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Rome, 31 Mai 1602.
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Questi miei Ill.mi Signori della congregazione hanno lodato la molta pietà che V.S. Ill.ma mostra di ravvivare il monastero delle monache di S. Giovanni di cotesta città per introdurvi la riforma che quelle monache che vi sono restate si offrono d'accettare, e hanno giudicato ch'ella possa loro fare sapere che comincino a mettere in esecuzione questa buona volontà; che, conoscendosi poi dall'effetto che sia espediente il concederli licenza di vestire altre monache, si potrà allora pigliare quella risoluzione che parerà più opportuna, senza darli adesso intenzione alcuna per potere tanto maggiormente provare se si novano da buon spirito o dal timore che hanno dell'estinzione del monastero. Sopra che non avendo che dirle altro, le bacio umilmente le mani. Di Roma l'ultimo di maggio 1602.<lb/>
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Ill.mo e R.mo Sig.re mio osserv.mo.
Questi miei Ill.mi Signori della congregazione hanno lodato la molta pietà che V.S. Ill.ma mostra di ravvivare il monastero delle monache di S. Giovanni di cotesta città per introdurvi la riforma che quelle monache che vi sono restate si offrono d'accettare, e hanno giudicato ch'ella possa loro fare sapere che comincino a mettere in esecuzione questa buona volontà; che, conoscendosi poi dall'effetto che sia espediente il concederli licenza di vestire altre monache, si potrà allora pigliare quella risoluzione che parerà più opportuna, senza darli adesso intenzione alcuna per potere tanto maggiormente provare se si novano da buon spirito o dal timore che hanno dell'estinzione del monastero. Sopra che non avendo che dirle altro, le bacio umilmente le mani. Di Roma l'ultimo di maggio 1602.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
umil.mo Servitore
Il cardinale di Firenze.
Sig.r Card. Bellarmino.
Monache di San Giovanni.
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Adr.: All'Ill.mo e Rev.mo Sig.r mio osserv.mo Il Signor cardinale Bellarminio.
Capua.
Sig.r Card.di Fiorenza.
sopra del fatto delle monache di S.Giovanni di Capua.