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Molto Ill.re signora sorella, Io haverei hauto carissimo, che lei si fusse ritirata in casa di suo fratello, et havesse atteso à riposarsi, perche io vedo, che le sue possessioni andaranno in mal'hora, perche non è possibile, ohe lei le governi bene, et io sono tanto gravato dalli mali tempi, et perdite fatte in Piemonte, et altrove, che mi è bisognato sminuire la famiglia con licentiare molti servitori et qualche occhio. Si che V.S. non aspetti da me piu denari, perche non mi è piu possibile mandar denari alle necessità della casa, et di piu à V.S. havendo hauto poco fa mille scudi, et altri denari. Et se lei bavera necessità di denari, io conoscerò, che questa necessità non viene dalla povertà ma dal mal governo, et però non manderà piu niente, ma gli dirò, che si appoggi al suo fratello et nipoti, ò almeno alla sua nipote, et al signor Livio suo marito, che anco loro la riceveranno volentieri, et faranno fruttare li terreni. Il Signore gli spiri un buon consiglio, et gli dia la buona pasqua. Di Roma li 18 di Aprile 1620.<lb/>
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Molto Ill.re signora sorella, Io haverei hauto carissimo, che lei si fusse ritirata in casa di suo fratello, et havesse atteso à riposarsi, perche io vedo, che le sue possessioni andaranno in mal'hora, perche non è possibile, che lei le governi bene, et io sono tanto gravato dalli mali tempi, et perdite fatte in Piemonte, et altrove, che mi è bisognato sminuire la famiglia con licentiare molti servitori et qualche occhio. Si che V.S. non aspetti da me piu denari, perche non mi è piu possibile mandar denari alle necessità della casa, et di piu à V.S. havendo hauto poco fa mille scudi, et altri denari. Et se lei bavera necessità di denari, io conoscerò, che questa necessità non viene dalla povertà ma dal mal governo, et però non manderà piu niente, ma gli dirò, che si appoggi al suo fratello et nipoti, ò almeno alla sua nipote, et al signor Livio suo marito, che anco loro la riceveranno volentieri, et faranno fruttare li terreni. Il Signore gli spiri un buon consiglio, et gli dia la buona pasqua. Di Roma li 18 di Aprile 1620.<lb/>
 
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Molto Ill.re signora sorella, Io haverei hauto carissimo, che lei si fusse ritirata in casa di suo fratello, et havesse atteso à riposarsi, perche io vedo, che le sue possessioni andaranno in mal'hora, perche non è possibile, che lei le governi bene, et io sono tanto gravato dalli mali tempi, et perdite fatte in Piemonte, et altrove, che mi è bisognato sminuire la famiglia con licentiare molti servitori et qualche occhio. Si che V.S. non aspetti da me piu denari, perche non mi è piu possibile mandar denari alle necessità della casa, et di piu à V.S. havendo hauto poco fa mille scudi, et altri denari. Et se lei bavera necessità di denari, io conoscerò, che questa necessità non viene dalla povertà ma dal mal governo, et però non manderà piu niente, ma gli dirò, che si appoggi al suo fratello et nipoti, ò almeno alla sua nipote, et al signor Livio suo marito, che anco loro la riceveranno volentieri, et faranno fruttare li terreni. Il Signore gli spiri un buon consiglio, et gli dia la buona pasqua. Di Roma li 18 di Aprile 1620.
Di V.S.
fratello aff.mo
Il Card. Bellarmino.
Signora Camilla. Montepulciano.
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Alla molto ill.re Sig.ra sorella, la Sig.ra Camilla Bellarmini
Montepulciano