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Ill.ri et m.to R.di Signori, Ho visto quanto mi scrivano le Sigg. VV, et quanto al servire per settimane, con l'aggiunta che messere nel foglio, cio è delli giorni tutti di quaresima, delle Domeniche et feste ivi notate, mi pare che habbiano ragione, come anco mi scrive il Sig.or Vicario, et cosi aggiognerò alla riforma delle constitutioni, et diahiararò che servendo in questo modo guadagnino le distributioni di tutto l'anno, et solo perdine le distributioni, quando mancano ne giorni ne quali sono obligati à servire, et mi confido di fare che N.S. si contenti. Di piu che nel cantare delle Messe, ò assistere al choro lo possine fare per substitutum ejusdem ordinis: mi contento di aggiognerlo alla riforma.<lb/>
Rome,28 decemb.1613. Bellarmin aux chan.et chap.de Montep-..^^57
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Due cose non mi basta l'animo di consentire. La prima che veglino continuare nelli stessi emolumenti che hora pigliano, cio è che oltre la distributione et decime, vogliano dividersi per mancie ò munusculi l'entrate della chiesa che si raccolgano oltre del grano. Questo non lo posso consentire, perche la constitutione chiaramente lo prohibisce: et chi donò l'entrate, le dono à canonici et aliis inservientibus, come è espresso nel laudo del Card. S.ta Croce: et in questo si fa torto à cappellani perpetui, i quali hanno da bavere la metà di ogni cosa di quello che hanno i canonici,eccetto le decime. Et io piu presto rinuntiarò al compromesso et all'autorità data mi dal Papa, che consentire ad una manifesta ingiustitia.<lb/>
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L'altra cosa è che le Sigg. VV. si gravano di cantar le messe tutte le domeniche et feste di precetto, et pure questo è espresso nelle constitutioni, et lo fanno tutte le chiese cathedrale, et la chiesa di S.Pietro, dove tutti li canonici so[no] prelati. Et si permetterà che le dicano per substitutum ejusdem ordinis, ò vero che chi non le voi cantare, lassi l'emolumento ad un'altro che le voglia cantare. Et già che si contentatno di assister tutti in tutte le domeniche et feste di precetto, non è gran cosa che in quelli
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Ill.ri et m.to R.di Signori, Ho visto quanto mi scrivano le Sigg. VV, et quanto al servire per settimane, con l'aggiunta che messere nel foglio, cio è delli giorni tutti di quaresima, delle Domeniche et feste ivi notate, mi pare che habbiano ragione, come anco mi scrive il Sig.or Vicario, et cosi aggiognerò alla riforma delle constitutioni, et diahiararò che servendo in questo modo guadagnino le distributioni di tutto l'anno, et solo perdine le distributioni, quando mancano ne giorni ne quali sono obligati à servire, et mi confido di fare che N.S. si contenti. Di piu che nel cantare delle Messe, ò assistere al choro lo possine fare per substitutum ejusdem ordinis: mi contento di aggiognerlo alla riforma.
Due cose non mi basta l'animo di consentire. La prima che veglino continuare nelli stessi emolumenti che hora pigliano, cio è che oltre la distributione et decime, vogliano dividersi per mancie ò munusculi l'entrate della chiesa che si raccolgano oltre del grano. Questo non lo posso consentire, perche la constitutione chiaramente lo prohibisce: et chi donò l'entrate, le dono à canonici et aliis inservientibus, come è espresso nel laudo del Card. S.ta Croce: et in questo si fa torto à cappellani perpetui, i quali hanno da bavere la metà di ogni cosa di quello che hanno i canonici,eccetto le decime. Et io piu presto rinuntiarò al compromesso et all'autorità data mi dal Papa, che consentire ad una manifesta ingiustitia.
L'altra cosa è che le Sigg. VV. si gravano di cantar le messe tutte le domeniche et feste di precetto, et pure questo è espresso nelle constitutioni, et lo fanno tutte le chiese cathedrale, et la chiesa di S.Pietro, dove tutti li canonici so[no] prelati. Et si permetterà che le dicano per substitutum ejusdem ordinis, ò vero che chi non le voi cantare, lassi l'emolumento ad un'altro che le voglia cantare. Et già che si contentatno di assister tutti in tutte le domeniche et feste di precetto, non è gran cosa che in quelli
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