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Ser.mo Sig.or mio oss.mo<lb/>
Rome,17 juillet 1610. Bellarmin au grand due de Toscane.
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V.A. Ser.ma che sa l'osservanza mia verso di lei, et di cotesta Ser.ma casa, non poteva se non giudicare ch'io fossi per sentire contento del figlio maschio, che Dio N.S. gl'ha concesso, con salute della sua Ser.ma Gran'Duchessa. Me ne rallegro però di tutto cuore con V.A. S.ma e prego il Sig.re che gli lo conservi, come lei stessa desidera con accrescergli sempre le sue gratie per maggior' sicurezza della successione et posterit� della Ser^^ A.V. alla quale rendendo infinite gratie dell'honore, che si è degnato farmi col darmi parte di si buona nuova, faccio hum.e riverenza.<lb/>
 
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Di Roma il di 17 di Luglio 1610. <lb/>
997
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devotiss.o et humiliss.o servitore <lb/>
/ Ser Sig m�o oss
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Il Card. Bellarmino.
V.A.Ser^^ che s� l'osservanza mia verso di lei, et d�^ cotesta Ser^^ casa, non poteva se non giudicare ch'io fossi per sentire contento del figlio maschio, che D�o N.S. gl'h� concesso, con saluJ^te della sua Ser^^ Gran'Duchessa. Me ne rallegro per� di tu^to cuo re con V.A.S^^ et prego il Sig^^ che gli lo conservi, come lei stessa desidera con accrescergli sempre le sue gratie per maggior' sicurezza della successione et posterit� della Ser^^ A.V. alla quale rendendo infinite gratie dell'honore, che s� � degnato farmi col darmi parte di si buona nuova, faccio hum^ riverenza.
 
D� Roma il d� 17 di Luglio 1610. Di V.A.Serma devotiss� et humil�ss� servitore Il Card. Bellarmino.
 
 
 
Florence. Arch�v.Med�ceo voi.3788.
 

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Ser.mo Sig.or mio oss.mo
V.A. Ser.ma che sa l'osservanza mia verso di lei, et di cotesta Ser.ma casa, non poteva se non giudicare ch'io fossi per sentire contento del figlio maschio, che Dio N.S. gl'ha concesso, con salute della sua Ser.ma Gran'Duchessa. Me ne rallegro però di tutto cuore con V.A. S.ma e prego il Sig.re che gli lo conservi, come lei stessa desidera con accrescergli sempre le sue gratie per maggior' sicurezza della successione et posterit� della Ser^^ A.V. alla quale rendendo infinite gratie dell'honore, che si è degnato farmi col darmi parte di si buona nuova, faccio hum.e riverenza.
Di Roma il di 17 di Luglio 1610.
Di V.A. Ser.ma
devotiss.o et humiliss.o servitore
Il Card. Bellarmino.