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Rome,? novembre 1609. Bellarmin � Francois Mar.Cervini.
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Ill.re Sig.or nipote, Ho visto l'orazione, e le due lettere, che mi scrivete, ne so perchè mi mandate due lettere simili in tutto, anzi le stesse in due fogli. Mi sono piaciute assai, e vi ringrazio, se bene mi pare che più conveniente titolo sarebbe stato a Mons. Salustio, Antistes, che princeps . ma questo poco importa. Ma quanto a quella querela di vedersi la strada serrata alle dignità domestiche, mi è parso bene dirvi, che le dignità seguitano chi le fugge, e fuggono chi le cerca, e molto meglio è farsene degno con i meriti, che pretenderle per parentela. Avrete forse letto quella sentenza di Plauto, che pure era pagano. Ambite virtutibus, non favoribus, e di questo avete esempi domestici, perchè la s.memoria di Papa Marcello per soli meriti ascese a si altro grado: e non solo non cercò, ne procurò favori, ma si portò con tanta rettitudine di giustizia, che non si curò inimicarsi l'imperatore, e altri grandi, onde pareva impossibile, che riuscisse Papa: e non dimeno Iddio ve lo condusse per quei stessi mezzi, che parevano del tutto contrari. Io poi non per altro entrai nella Compagnia di Gesù, se non per fuggire simili dignità: e pure è parso a Dio mettermici, dove infiniti che le cercano, non mai ci arrivano. E questo non dico per non volere aiutarvi, ma per mostrarvi, che bi sogna secondo il santo precetto del Signore, primum quaerere regnum Dei, et iustitiam eius, et sperare, ut caetera adiiciantur. Io volentieri vi aiuterei ma per ora non vedo il modo, perchè se volesse aiutar voi, si lamenterebbe il Sig.or Alessandro vostro cugino, se non facesse l'istesso con lui; si lamenterebbero i figlioli di Ms. Ricciardo, che pure mi sono nipoti e molto più poveri. Aiutar tutti mi è impossibile, presupposta la povertà di mio fratello, e mia sorella, e le poche entrate, e le gravissime spese che qua abbiamo. E questa fu la causa, che la S.ta memoria di Papa Marcello non diede niente ai figlioli delle sorelle, perchè erano troppi, e
 
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Ill.re Sig.or nipote, Ho visto l'orazione, e le due lettere, che mi scrivete, ne so perchè mi mandate due lettere simili in tutto, anzi le stesse in due fogli. Mi sono piaciute assai, e vi ringrazio, se bene mi pare che più conveniente titolo sarebbe stato a Mons. Salustio, Antistes, che princeps . ma questo poco importa. Ma quanto a quella querela di vedersi la strada serrata alle dignità domestiche, mi è parso bene dirvi, che le dignità seguitano chi le fugge, e fuggono chi le cerca, e molto meglio è farsene degno con i meriti, che pretenderle per parentela. Avrete forse letto quella sentenza di Plauto, che pure era pagano. Ambite virtutibus, non favoribus, e di questo avete esempi domestici, perchè la s.tà memoria di Papa Marcello per soli meriti ascese a si altro grado: e non solo non cercò, ne procurò favori, ma si portò con tanta rettitudine di giustizia, che non si curò inimicarsi l'imperatore, e altri grandi, onde pareva impossibile, che riuscisse Papa: e non dimeno Iddio ve lo condusse per quei stessi mezzi, che parevano del tutto contrari. Io poi non per altro entrai nella Compagnia di Gesù, se non per fuggire simili dignità: e pure è parso a Dio mettermici, dove infiniti che le cercano, non mai ci arrivano. E questo non dico per non volere aiutarvi, ma per mostrarvi, che bi sogna secondo il santo precetto del Signore, primum quaerere regnum Dei, et iustitiam eius, et sperare, ut caetera adiiciantur. Io volentieri vi aiuterei ma per ora non vedo il modo, perchè se volesse aiutar voi, si lamenterebbe il Sig.or Alessandro vostro cugino, se non facesse l'istesso con lui; si lamenterebbero i figlioli di Ms. Ricciardo, che pure mi sono nipoti e molto più poveri. Aiutar tutti mi è impossibile, presupposta la povertà di mio fratello, e mia sorella, e le poche entrate, e le gravissime spese che qua abbiamo. E questa fu la causa, che la S.ta memoria di Papa Marcello non diede niente ai figlioli delle sorelle, perchè erano troppi, e
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