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840 Rome,10 f�vr�er 1609. Bellarmin �ia grande duchesse de Toscane.
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Ser.ma Sig.ra mia oss.ma<lb/>
/ Ser"^ Sig^'�^ mia oss^^
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La morte così improvisa del Ser.mp Gran Duca, che sia in cielo, ha apportato in universale infinito dolore, e a me in particolare che più di ogni altro lo stimavo, e osservavo; me ne condolgo però con V.A. S.ma col mezzo di queste poche righe, ma affettuose, senza però avere ardire di entrare a consolarla, persuadendomi che ella lo farà tanto più con la virtù, e pietà che è cosi propria in lei, quanto che l'accidente è gravissimo. Ben assiouro V.A. S.ma che tra tanto io non ho mancato di pregar Dio col maggiore affetto, che si degni di ricevere appresso lo spirito di Sig.re tanto buono, e zelante del suo santo servizio, si come non mancherò parimente di pregarlo che ricompensi questa perdita con altra tanta felicità di V.A.S.ma e di cotesta Ser.ma casa, alla quale facendo io professione di vivere non meno obbligato che parziale ser.re puù tanto più credere V.A.S. ch'io non avrò contento maggiore che di poterlo comprobare col servire a V.A.S. a cui col raccomandarmi in grazia faccio um.a riverenza. Di Roma il di X di Febraro 1609.<lb/>
mo La morte cosi improvisa del Ser Gran'Duca, che sia in cielo, ha apportato in universale infinito dolore, et � me in particolare che pi� d'ogn'altro lo stimavo,et osservavo; me ne oondolgo per� ^*con V.A.B"^ col mezo di queste poche righe, m a affettuose, senza per� bavere ardire di entrare consolarla, persuadendomi che ella lo far� tanto pi� con la virt�,et piet� che cosi propria in lei, quanto che l'accidente gravissimo. Ben'assiouro V.A.S^^ che tra tanto io non h� mancato di pregar Dio col maggiore affetto,che si degni di ricevere appresso lo spirito di Sig tanto buono,et ze lante del suo santo servitio, si come non manoar� parimente di pre garlo che ricompensi questa perdita con altra tanta felicit� di 7. A.S^^ et di cotesta Ser.^m^a casa, alla quale facendo io professione di vivere non meno �J�gato che partiale ser^^ pu� tanto pi� crede/^^re V.A.S. ch'io non havr� contento maggiore che di poterlo comprobare col servire V.A.S. cui col raccomandarmi in grafia faccio hum^ riverenza. Di Roma il di X di Febraro 1609.
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Di V.A.S.ma <lb/>
Di V.A.S ma humilis8� et divotiss� servitor il Card. Bellarmino.
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umiliss.o e devotiss.mo servitor <lb/>
Ser^^ Gran Duchessa di Toscana.
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il Card. Bellarmino.<lb/>
Alla Ser"^ Sig^^^ mia oss^^ Madama la Gran Duchessa di Toscna.
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Ser.ma Gran Duchessa di Toscana.<lb/>
Florence,Archiv.Mediceo, voi.6025.
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Alla Ser.ma Sig.ra mia oss.ma Madama la Gran Duchessa di Toscna.

Revision as of 12:54, 15 December 2017

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Ser.ma Sig.ra mia oss.ma
La morte così improvisa del Ser.mp Gran Duca, che sia in cielo, ha apportato in universale infinito dolore, e a me in particolare che più di ogni altro lo stimavo, e osservavo; me ne condolgo però con V.A. S.ma col mezzo di queste poche righe, ma affettuose, senza però avere ardire di entrare a consolarla, persuadendomi che ella lo farà tanto più con la virtù, e pietà che è cosi propria in lei, quanto che l'accidente è gravissimo. Ben assiouro V.A. S.ma che tra tanto io non ho mancato di pregar Dio col maggiore affetto, che si degni di ricevere appresso lo spirito di Sig.re tanto buono, e zelante del suo santo servizio, si come non mancherò parimente di pregarlo che ricompensi questa perdita con altra tanta felicità di V.A.S.ma e di cotesta Ser.ma casa, alla quale facendo io professione di vivere non meno obbligato che parziale ser.re puù tanto più credere V.A.S. ch'io non avrò contento maggiore che di poterlo comprobare col servire a V.A.S. a cui col raccomandarmi in grazia faccio um.a riverenza. Di Roma il di X di Febraro 1609.
Di V.A.S.ma
umiliss.o e devotiss.mo servitor
il Card. Bellarmino.
Ser.ma Gran Duchessa di Toscana.
Alla Ser.ma Sig.ra mia oss.ma Madama la Gran Duchessa di Toscna.