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Il Sig.or Card.le Tarugi per molti rispetti deve essere obbeditoda me in tutto quello che posso servirlo; onde facendomi egli istanza ch'io aggiunga ai suoi prieghi con V.A. Ser.ma le mie suppliche in raccomandazione del Cav.re Tarugi suo nipote, che se ne viene così a fare l'obbedienza, vengo a fare questo officio, supplicando V.A. Ser.ma che per sua benignità si degni di riguardare piuttosto all'età e buona volontà di questo buon vecchio, che alla pazzia e mala natura di suo nipote; ch'io assicuro l'A.V. che oltre ogni benigna dimostrazione che gli userà in perdono dell'error suo, sarà in accrescimento di vita a questo buon card.le, io anche porrò quest'obbligo tra gli infiniti che devo alla benignità di V.A. S.ma alla quale faccio umilissima riverenza, e da Dio le prego il colmo di ogni felicità. Di Roma il di p° di settembre 1607.<lb/>
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Il Sig.or Card.le Tarugi per molti rispetti deve essere obbedito da me in tutto quello che posso servirlo; onde facendomi egli istanza ch'io aggiunga ai suoi prieghi con V.A. Ser.ma le mie suppliche in raccomandazione del Cav.re Tarugi suo nipote, che se ne viene così a fare l'obbedienza, vengo a fare questo officio, supplicando V.A. Ser.ma che per sua benignità si degni di riguardare piuttosto all'età e buona volontà di questo buon vecchio, che alla pazzia e mala natura di suo nipote; ch'io assicuro l'A.V. che oltre ogni benigna dimostrazione che gli userà in perdono dell'error suo, sarà in accrescimento di vita a questo buon card.le, io anche porrò quest'obbligo tra gli infiniti che devo alla benignità di V.A. S.ma alla quale faccio umilissima riverenza, e da Dio le prego il colmo di ogni felicità. Di Roma il di p° di settembre 1607.<lb/>
 
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Al Ser.mo Sig.or mio oss.mo, il Gran Duca di Toscana.
 
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Revision as of 13:01, 26 July 2017

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Ser.mo Sig.or mio oss.mo
Il Sig.or Card.le Tarugi per molti rispetti deve essere obbedito da me in tutto quello che posso servirlo; onde facendomi egli istanza ch'io aggiunga ai suoi prieghi con V.A. Ser.ma le mie suppliche in raccomandazione del Cav.re Tarugi suo nipote, che se ne viene così a fare l'obbedienza, vengo a fare questo officio, supplicando V.A. Ser.ma che per sua benignità si degni di riguardare piuttosto all'età e buona volontà di questo buon vecchio, che alla pazzia e mala natura di suo nipote; ch'io assicuro l'A.V. che oltre ogni benigna dimostrazione che gli userà in perdono dell'error suo, sarà in accrescimento di vita a questo buon card.le, io anche porrò quest'obbligo tra gli infiniti che devo alla benignità di V.A. S.ma alla quale faccio umilissima riverenza, e da Dio le prego il colmo di ogni felicità. Di Roma il di p° di settembre 1607.
Di V.A.Ser.ma
umiliss.o e divotiss.o servitore
Il Card.le Bellarmino.
Al Ser.mo Sig.or mio oss.mo, il Gran Duca di Toscana.