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Rome,29 decembre 1606. Bellarmin au Pape Paul V.
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Beatiss.o Padre.
 
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Mi è parso necessario mandare l'inclusa alla S.tà V. quale ebbi iersera ad un ora di notte. Perchè se quello, che scrive
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questo curato di Vicenza si divulghi per lo stato di Venezia, penseranno tutti i sacerdoti di potere con buona coscienza non servare l'interdetto, e di non aver bisogno di assoluzione, o dispensa per le cose passate, con scusa che hanno fatto quello che hanno potuto per servarlo. E noi che abbiamo scritto esser necessario servare l'interdetto etiam cum periculo vitae, saremo tenuti ignoranti, e le nostre scritture contrarie alla dichiarazione di V.B et io in particolare che scrissi sabato passato a questo stesso curato, che era obbligato a server l'interdetto nonostante il pericolo delle anime, perchè non sunt facienda mala, ut veniant bona, vel ut vitentur alia mala, sarò tenuto come discordante dalla mente di V.S.tà alla quale però comunicai nel concistorio passato questa mia risposta. Se a V.B.ne non parrà di farmi saper niente prima di giovedì, verrò quel giorno per la risposta con occasione della congregazione del S.to Officio. Resto baciandoli con
 
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Alla S.tà di Nro Sig.re.
V. quale
 
 
 
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questo curato di Vicenza si divulghi per lo stato di Venetia, pen-
 
 
 
saranno tutti li sacerdoti di potere con buona conscienza non ser
 
 
 
vare l'interdetto, et di non haver bisogno di assolutione,� dis-
 
 
 
penza per le cose passate, con scusa che hanno fatto quello che
 
 
 
hanno potuto per servarlo. Et noi che habbiamo scritto esser nece
 
 
 
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Officio. Resto baciandoli con
 
 
 
ogni humilt�,et reverenza i santiss piedi. Di V.S t� humiliss� et divotiss� s�rvo Roberto Card. Bellarmino.
 
 
 
Alla S^^ di Nro Sig^^.
 
 
 
cachet enlev�
 
 
 
Veneta 109. Historia expulsionis 1606=21. Autogr.
 

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Beatiss.o Padre. Mi è parso necessario mandare l'inclusa alla S.tà V. quale ebbi iersera ad un ora di notte. Perchè se quello, che scrive questo curato di Vicenza si divulghi per lo stato di Venezia, penseranno tutti i sacerdoti di potere con buona coscienza non servare l'interdetto, e di non aver bisogno di assoluzione, o dispensa per le cose passate, con scusa che hanno fatto quello che hanno potuto per servarlo. E noi che abbiamo scritto esser necessario servare l'interdetto etiam cum periculo vitae, saremo tenuti ignoranti, e le nostre scritture contrarie alla dichiarazione di V.B et io in particolare che scrissi sabato passato a questo stesso curato, che era obbligato a server l'interdetto nonostante il pericolo delle anime, perchè non sunt facienda mala, ut veniant bona, vel ut vitentur alia mala, sarò tenuto come discordante dalla mente di V.S.tà alla quale però comunicai nel concistorio passato questa mia risposta. Se a V.B.ne non parrà di farmi saper niente prima di giovedì, verrò quel giorno per la risposta con occasione della congregazione del S.to Officio. Resto baciandoli con ogni umiltà, e reverenza i santiss.i piedi.
Di V.S tà
umiliss.o e devotiss.o servo
Roberto Card. Bellarmino.
Alla S.tà di Nro Sig.re.