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10 f�vr�er 1604.
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verità, o fede, o lezione, o traduzione, o costruzione degli autori; non si potrà far meglio di quel che lei aveva fatto: e che tutto quel che era di buono nei scrittori che avevano scritto di questa materia dopo cinquecento anni, si trovava nei suoi libri; e infinite cose oltre a ciò non osservate da loro: Ma che in certi luoghi io avevo pigliato altri fondamenti e avevo tentato di mostrare ora che gli autori allegati non erano cattolici, ma disputavano in quei passi espressamente contro la Chiesa: ora che i testi erano corrotti; ora che le versioni non erano o buone, o necessarie; ma che le parole si potevano 0 dovevano costruire altramente; ora che gli autori non parlavano in quei testi del sacramento dell' Eucarestia: ma questo sempre con intento di sottoporlo al giudizio di V.S. Ill.ma della quale però io desideravo la presenza qui in Roma sopra ogni altra cosa. E a queste mie osservazioni mostro il R.do P.re Suares, il quale ha scritto lui stesso di questa materia di pigliar piacer singolare e darci gran assenso. E se queste mie parole dette da me ad alcun altro, suono state contro il mio intento, avvelenate e attosicate dai malevoli di V.S. Ill.ma o da i miei, per ingegnarsi di traversare e impedire quella buona unione e intelligenza ch'io sperava e spero ancora dover essere tra V.S. Ill.ma e me; io l'imputerò ai miei peccati, ma non ad alcuno mancamento di rispetto e riverenza verso l'Ill.ma persona sua, la quale e quella dell' Ill.mo Card.le Baronio io ho sempre stimate i due lumi della chiesa d'Iddio in questo secolo. Ho voluto scriver questa lettera in italiano e non in francese, a V.S. ill.ma acciò che Lei l'intenda meglio e penetri per le mie parole al mio cuore; e la gli ho voluto scriver nel mio stile goffo e rozzo, avendo più caro di dargli il fastidio di legare le mie mal ordinate parole, che di committerle ad un segretarIo italiano per non palesar il cattivo uffizio che m'è stato fatto appresso V.S. Ill.ma finchè essa giudichi esser opportuno di o necessario per mia giustificazione di manifestarlo. E allora io
 
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ghi io haveva pigliato altri fondamenti et haveva tentato di mostra re hora che gli authori allegati non erano catholici, ma disputavano in quelli passi expressamente centra la Chiesa: hora che i texti era no corrotti; hora che le versioni non erano buone,necessarie; ma che le parolle si potevano dovevano construire altramente; hora x che gli authori non parlavano in quelli texti del sacramento dell' Eucharistia: ma q uesto sempre con intento di sottopor'lo al giuditio di V.S.111^^ della quale per� io desiderava la presenza qui in Roma sopra ogni altra cosa. Et � queste mie osservationi mostro il
 
Suar�s, il quale ha scritto lui stesso di questa materia di pig liar piacer singolare et darci gran assenso. Et si queste mie parole dette da me ad alcun altro, suono state centra il mio intento, ave(lenate et attosicate da i malevoli di V.S.111^^ � da i miei, per in gegnarsi di traversare et impedire quella buona unione et intellegenza ch'io sperava et spero anchora dover essere tra V.S.111^^ et me; io l'imputaro � miei peccati, ma non ad alcuno mancamento di rispet to et riverenza verso l'Ill^^ persona sua, la quale et quella dell' 111^^ Card^^ Baronio io ho sempre stimate i duoi lumi della chiesa d'iddio in questo secolo. Ho voluto scriver questa lettera in italiano et non in francese, V.S.111^^ accio che Lei l'intenda meglio et penetri per le mie parole al mio cuore; et la gli ho voluto scri ver nel mio stile goffo et rozzo, havendo pi� caro di dargli il fas tidio di legare le mie mal ordinate parole, che di committerle ad un secretarlo italiano per non palesar il cattivo uffizio che m'stato fatto appresso V.S.111^^ fin che essa giudichi esser opportuno di necessario per mia giustificatione di manifestarlo. Et all'hora io
 

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verità, o fede, o lezione, o traduzione, o costruzione degli autori; non si potrà far meglio di quel che lei aveva fatto: e che tutto quel che era di buono nei scrittori che avevano scritto di questa materia dopo cinquecento anni, si trovava nei suoi libri; e infinite cose oltre a ciò non osservate da loro: Ma che in certi luoghi io avevo pigliato altri fondamenti e avevo tentato di mostrare ora che gli autori allegati non erano cattolici, ma disputavano in quei passi espressamente contro la Chiesa: ora che i testi erano corrotti; ora che le versioni non erano o buone, o necessarie; ma che le parole si potevano 0 dovevano costruire altramente; ora che gli autori non parlavano in quei testi del sacramento dell' Eucarestia: ma questo sempre con intento di sottoporlo al giudizio di V.S. Ill.ma della quale però io desideravo la presenza qui in Roma sopra ogni altra cosa. E a queste mie osservazioni mostro il R.do P.re Suares, il quale ha scritto lui stesso di questa materia di pigliar piacer singolare e darci gran assenso. E se queste mie parole dette da me ad alcun altro, suono state contro il mio intento, avvelenate e attosicate dai malevoli di V.S. Ill.ma o da i miei, per ingegnarsi di traversare e impedire quella buona unione e intelligenza ch'io sperava e spero ancora dover essere tra V.S. Ill.ma e me; io l'imputerò ai miei peccati, ma non ad alcuno mancamento di rispetto e riverenza verso l'Ill.ma persona sua, la quale e quella dell' Ill.mo Card.le Baronio io ho sempre stimate i due lumi della chiesa d'Iddio in questo secolo. Ho voluto scriver questa lettera in italiano e non in francese, a V.S. ill.ma acciò che Lei l'intenda meglio e penetri per le mie parole al mio cuore; e la gli ho voluto scriver nel mio stile goffo e rozzo, avendo più caro di dargli il fastidio di legare le mie mal ordinate parole, che di committerle ad un segretarIo italiano per non palesar il cattivo uffizio che m'è stato fatto appresso V.S. Ill.ma finchè essa giudichi esser opportuno di o necessario per mia giustificazione di manifestarlo. E allora io
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