Difference between pages "Memorial segundo" and "Juan de Ávila"

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==Uno scritto di riforma==
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== Possibili motivi per cui Juan de Ávila non entrò nella Compagnia di Gesù ==
Il ''Memorial segundo al Concilio de Trento'', come lo abbiamo qui intitolato, fa parte degli scritti di riforma di [[Name::Juan de Ávila]]. Lungo e articolato, è composto di due parti distinte: un trattato contro le eresie ("Tratado contra las herejías") e alcune raccomandazioni al Concilio di Trento per la sua terza convocazione ("Advertencias al santo concilio de Trento, tercera convocatoria"). Di ciascuna sezione si evince la diversa origine dalla differente natura e, inoltre, da questo indizio: nel 1623, l'editto per le informazioni del processo di beatificazione e canonizzazione elenca tra le opere del Maestro sia le "Advertencias al santo concilio de Trento" sia il "Tratado contra las herejías", considerandoli testi indipendenti. A prova di ciò, il manoscritto A2 (in portoghese) contiene solo il "Tratado contra las herejías". <lb/>
 
Per avere un'idea complessiva degli scritti di riforma dell'apostolo dell'Andalusia, eccone l'elenco, secondo i titoli usati nell'edizione critica più recente:<lb/>
 
*''Memorial primero al Concilio de Trento (1551)'' ;
 
*''Memorial segundo al Concilio de Trento (1561)'' ;
 
*''De la veneración que se debe a los concilios'';
 
*''Advertencias necesarias para los reyes'';
 
*''Advertencias al Concilio de Toledo (1565-1566)'';
 
*''Algunas advertencias''.
 
  
==Riferimenti al Memorial segundo, dopo la morte di Juan de Ávila==
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Nonostante le aspettative e i suoi stretti rapporti con la Compagnia di Gesù, il Maestro Ávila non ne divenne mai un membro.
*1618, nell'edizione delle Opere preparata da Ruiz de Mesa: il P. Christoval de Ovalle spiega nell'''Aprobacion'' di aver escluso dalla pubblicazione gli ''avisos'' al Concilio di Trento, ritenendone gli argomenti già attuati e superati. Di fatto nell'edizione mancano tutti gli scritti di riforma. L'edizione di Ruiz de Mesa viene ristampata nel 1674, attestando che è conforme all'originale.
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Ci sono diverse ipotesi sul perché Ávila non si unì all'ordine:<lb/>
*1623, nell'editto per le informazioni del processo di beatificazione e di canonizzazione di [[Name::Juan de Ávila]]: si elencano le opere del Maestro, tra cui 4 scritti di riforma, compresi le "Advertencias al santo concilio de Trento" e il "Tratado contra las herejías". Da questo momento si perdono le tracce di questi scritti.
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* la sua salute precaria a partire dai primi anni '50 del  Cinquecento;<lb/>
*1936: il p. Huberto Jedin fece conoscere l'esistenza del manoscritto [https://www.unigre.it/archivioimg/APUG%20712_Avila.pdf APUG 712 (G1)] dell'Archivio della Pontificia Università Gregoriana, contenente anche il testo di ciò che oggi chiamiamo il ''Memorial segundo al Concilio de Trento''. Nel manoscritto, che è una miscellanea di scritti sul Concilio di Trento, l'opera di [[Name::Juan de Ávila]] si apre con il seguente titolo: «Síguense los escriptos del Maestro Joan Dávila q<span class="abbreviation" style="text-decoration: underline dotted" title="">ue</span> scrivió<lb/> para el sancto concilio Tridentino<lb/> a petición del R<span class="abbreviation" style="text-decoration: underline dotted" title="">everendísi</span>mo S<span class="abbreviation" style="text-decoration: underline dotted" title="">eñ</span>or el Arço<span class="abbreviation" style="text-decoration: underline dotted" title="">bis</span>po de Granada<lb/> quando fue allá».
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* la potenziale difficoltà per i ''conversos'' di entrare nella Compagnia (nel suo caso era un ebreo convertito al cattolicesimo);<lb/>
*1945: edizione dei due memoriali (primo e secondo), fino ad allora inediti, a cura del p. Camilo María Abad, S.I.  
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* dal 1555 al 1560 la caduta di prestigio di [[Name::Borgia, Francesco|Francisco de Borja]], Commissario della Compagnia nella Spagna e nelle Indie occidentali e suo grande estimatore: venne sospettato di eresia dall’Inquisizione, fu calunniato, cadde in disgrazia presso Filippo II, e soffrì per i comportamenti indegni di alcuni familiari;<lb/>
*1946: venne resa nota l'esistenza di un altro manoscritto, consistente nella traduzione in portoghese della sola prima parte del secondo memoriale (il trattato contro le eresie). Si tratta del ms.518 (D. 8.21) della Biblioteca Angelica di Roma (A2): «Tratado do P.e M. Auila das causas donde naçerao as heregias edos rem.os dellas».
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* la nomina di Bartolomé Bustamante a provinciale dell'Andalusia nel 1555.<lb/>
*Negli anni Quaranta riemersero anche altri manoscritti degli scritti di riforma contenenti anche il ''Memorial segundo''.
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La nostra ricostruzione è la seguente. Il 1554 sembra essere l'anno in cui si riteneva imminente il suo ingresso nella Compagnia. Infatti, il 12 maggio 1554, in occasione della conclusione del processo di fondazione del Collegio di Córdoba, si radunarono vari membri dell'ordine: in quel contesto è attestato che il provinciale Miguel de Torres aveva la speranza che il maestro Ávila entrasse presto tra i Gesuiti e il padre Jerónimo Nadal, commissario di Ignacio per promulgare le Costituzioni nella Penisola Iberica e massima autorità gesuitica presente all'evento, aveva autorizzato la sua ammissione prima di ripartire per l'Italia. La Compagnia di Gesù, dunque, non pose alcun ostacolo all'ingresso del Maestro Ávila e, anzi, lo desiderava vivamente. Questo accadeva nonostante egli avesse subito un processo inquisitorio dal 1531 al 1533, dal quale era stato completamente prosciolto.<lb/>
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Sembra, dunque, che il 1555 segni un passo indietro nella volontà del Maestro Ávila di entrare nella Compagnia, probabilmente vista la situazione tragica di [[Name::Borgia, Francesco|Francisco de Borja]], il cambiamento di superiori della Compagnia e soprattutto temendo di attirare ulteriori sospetti dell’Inquisizione su di sé e sui Gesuiti di Andalusia. <lb/>
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Tuttavia, dal 1550 al 1560, una trentina di suoi discepoli entrarono nella Compagnia di Gesù, tra cui diversi ''conversos''. Probabilmente Ávila riteneva che la loro scelta passasse più inosservata della propria. Prima del 1555, [[Name::Borgia, Francesco|Francisco de Borja]] aveva svolto un ruolo fondamentale di mediazione per l'ingresso dei discepoli di Juan de Ávila nella Compagnia di Gesù. La sua influenza era stata decisiva nel favorirne l'accoglienza, nonostante le reticenze di alcuni membri della Compagnia e il peso dello statuto di ''limpieza de sangre''. L'ambiente ecclesiale e sociale era carico di diffidenza e timori verso tali nuovi cristiani. Di fatto, alcuni dei discepoli di Juan de Ávila entrati nell'ordine furono sottoposti a indagini inquisitoriali. In Andalusia, il forte legame tra gli avilisti e i gesuiti contribuì ad alimentare sospetti anche nei confronti di alcuni membri della Compagnia, ritenuti vicini ai ''conversos'' e agli ''alumbrados''. Il clima di sospetto perdurò sia durante la vita del Maestro che dopo la sua morte.<lb/>
  
==Manoscritti del Memorial segundo==
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Anche se non entrò a far parte dell'ordine, i contatti di Juan de Ávila con i Gesuiti rimasero molto stretti fino alla sua morte. Il rapporto fu particolarmente proficuo e quotidiano nella sua ultima residenza a Montilla. La sua figura rimase così strettamente associata all'ordine che egli scelse la chiesa della Compagnia a Montilla come luogo per la sua sepoltura.<lb/>
Non si è conservato l'originale autografo. Esistono soltanto le seguenti copie manoscritte. <lb/>
 
'''In spagnolo:'''
 
*Roma, Archivio Storico Pontificia Università Gregoriana, ms. [https://www.unigre.it/archivioimg/APUG%20712_Avila.pdf APUG 712 (G1)]: Miscellanea sul Concilio Tridentino f. 1r-42r (G1);
 
*Roma, Archivio Storico Pontificia Università Gregoriana, ms. 1334 (G2) = [[ MCT Works 002 | F.C. 1334 ]];
 
*San Lorenzo de El Escorial,  Real Biblioteca del Monasterio, ms. § III 21 f. 101r-174v (E1);
 
*San Lorenzo de El Escorial, Real Biblioteca del Monasterio, ms. J III 27 f. 141r-183r (E2);
 
*Madrid, Real Academia de la Historia, ms. est.27 gr.2 n.37 f. 1r-74r (A);
 
*Toledo, Archivo Curia S. J., ms. f. 1r-50v (T);
 
*Santiago de Compostela, Archivo Provincial de los Padres Franciscanos, ms. T-2. Año 1596 (F).
 
  
'''In portoghese:'''
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== Bibliografia ==
*Roma, Biblioteca Angelica, ms.518 = D. 8.21 (A2). Contiene solo la prima parte dell'opera.  
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María Amparo López Arandia, ''¿Caminos Encontrados? Juan de Ávila y la Compañía de Jesús'', in María Dolores Rincón González – Raúl Manchón Gómez (ed.), ''El maestro Juan de Ávila (1500?-1569). Un exponente del humanismo reformista'', Madrid, Fundación Universitaria Española-Universidad Pontificia De Salamanca, 2014, 567-591.<lb/>
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Il manoscritto E2 contiene annotazioni autografe di Filippo II.
 
<!--testo che non si vede-->
 
  
==Edizioni del Memorial segundo==
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Wenceslao Soto Artuñedo, ''San Juan de Ávila y la Compañía de Jesús. La fundación del colegio de Córdoba'', in ''Vida y obra de San Juan de Ávila'', Córdoba, Almuzara, 2021, 117-153.
*1945, nel cinquantesimo anniversario della beatificazione di [[Name::Juan de Ávila]] e all'inizio della commemorazione del quattrocentesimo anniversario del Concilio di Trento: all'interno della rivista ''Miscelánea Comillas'', edizione dei due memoriali inediti, a cura del p. Camilo María Abad, S.I. Egli divise i testi in paragrafi e li numerò, aggiungendo anche i titoli alle varie sezioni. Per il ''Memorial segundo, 1561: causas y remedios de las herejías'', come lo chiamò, utilizzò tre manoscritti: il ms. [https://www.unigre.it/archivioimg/APUG%20712_Avila.pdf APUG 712 (G1)], uno di quelli di El Escorial (E1) e quello importante della Real Academia de la Historia (A). Si dispiacque di non poter consultare il manoscritto di Toledo (T). Inoltre, descrisse il contenuto del manoscritto A. Nel suo ''Memorial segundo, 1561: causas y remedios de las herejías'' non si distinguono le due parti: "Trattato delle cause e rimedi delle eresie" (pp.43-103) e "Alcuni avvisi al Concilio di Trento" (pp.103-151).
 
*1971: nell'edizione critica ''Obras completas del Santo Maestro Juan de Ávila'' della Biblioteca de Autores Cristianos (BAC) in sei volumi (gli scritti riformatori sono collocati nel sesto).
 
*1990: nella riedizione in tre volumi con alcuni ritocchi (i trattati di riforma appaiono nel secondo).
 
*2001: nell'edizione critica ''Obras completas de San Juan de Ávila. Nueva edición crítica'' in tre volumi (collezione BAC Maior). Il ''Memorial segundo al Concilio de Trento (1561)'', così viene chiamato, si trova nel volume II; per editarlo sono stati utilizzati tutti i manoscritti in spagnolo dell'opera.
 
*2013: è stata pubblicata la seconda edizione di ''Obras completas de San Juan de Ávila. Nueva edición crítica''.
 
*2019: è uscita l'edizione digitale.
 
*2025: sulla piattaforma Gate trascrizione paleografica e annotazioni del manoscritto [[ MCT Works 002 | F.C. 1334 ]](G2) contenente il ''Memorial segundo al Concilio de Trento''.
 
 
 
== Struttura dell'opera ==
 
A partire dal 1945, anno della prima edizione dei due memoriali da parte del P. Abad, il termine "secondo memoriale" designa l'unione dei due scritti diversi: "Tratado contra las herejías" e "Advertencias al santo concilio de Trento, tercera convocatoria".<lb/>
 
Il "Tratado contra las herejías" è un'opera ordinata, avente una introduzione, due parti e le relative suddivisioni; il tutto ben proporzionato.<lb/>
 
Introduzione. <lb/>
 
I. Cause delle eresie: 1ª cattiva coscienza; 2ª negligenza dei pastori e inganno dei falsi profeti; 3ª castigo di altri peccati.<lb/>
 
II. Rimedi: 1º in generale: soprattutto, penitenza; 2º in particolare: a) supremo pastore e prelati; b) re e signori temporali.<lb/>
 
La seconda parte, "Advertencias al santo concilio de Trento, tercera convocatoria", ha la seguente struttura, più pratica che sistematica.<lb/>
 
I. Magistero: 1º Dottrina cristiana: bambini, popolo. 2º Studi: grammatica, università, in particolare Sacra Scrittura.<lb/>
 
II. Governo: Diversi aspetti di amministrazione ecclesiastica.<lb/>
 
III. Culto: Del Santissimo Sacramento.<lb/>
 
IV. Altri avvisi: 1º Riforma ecclesiastica. 2º Vari aspetti per la cristianità. 3º Mali che i re possono rimediare.<lb/>
 
V. Sul celibato ecclesiastico.<lb/>
 
VI. Sulla vita religiosa.
 
 
 
== Datazione del Memorial segundo ==
 
Per quanto riguarda la prima parte, "Tratado contra las herejías", la data di redazione più probabile è il 1565. Gli indizi che portano a questa scelta sono sia interni che esterni al testo. Quelli presenti nell'opera sono i seguenti.
 
* Si scrive che da quando [[Name::Lutero]] iniziò la sua predicazione ingannevole è trascorso un tempo notevole.
 
* Vi è un'allusione alla ''Brevísima relación de la destrucción de las Indias'' di Fr. Bartolomé de las Casas, che è stata stampata a Sevilla nel 1552 (dunque il trattato è successivo).
 
* La scoperta dell'America viene collocata circa settanta anni prima (quindi si potrebbe essere più o meno nel 1562).
 
* Ci si lamenta del fatto che, sessanta o cinquanta anni prima, nessuno avesse avvisato il popolo di Dio del castigo che stava per colpirlo (se contiamo cinquant'anni dall'inizio della ribellione di [[Name::Lutero]], arriviamo al 1567).
 
* Si fa un'allusione a una vittoria turca contro i cristiani avvenuta  pochissimo tempo prima (la sconfitta cristiana per mano del corsaro ottomano Dragut avvenne alla fine del giugno 1565).
 
* Si riecheggiano le decisioni del Concilio di Trento, in particolare quelle delle sessioni 5 e 24 sulla predicazione e sulla riforma, oltre a quelle della sessione 23 sulla residenza (di conseguenza lo scritto è posteriore alla sessione 5 del 1546, e alla 23 e 24 del 1563).
 
* Vi sono dei parallelismi strettissimi con altri scritti dello stesso [[Name::Juan de Ávila]]: somiglianza con una frase delle ''Advertencias al concilio de Toledo'' (che sono del 1565); quasi una copiatura di due capitoli dell'''Audi filia'' (che è stato terminato alla fine del 1562); convergenza con una lettera a D. Francisco Chacón y Téllez de Girón (scritto del 1565); corrispondenza con una lettera a [[Name::Pedro Guerrero]] (del gennaio 1565); correlazioni con gli ''Avisos necesarios para los reyes'' (che sono datati generalmente 1564). <lb/>
 
Un'indicazione temporale esterna al testo è la testimonianza di d. Diego de Guzmán, il quale, visitando [[Name::Juan de Ávila]] nell'estate del 1566, vide tra i suoi documenti uno scritto «per avviso del pastore universale», espressione che può riferirsi decisamente al trattato contro le eresie.<lb/>
 
Per quanto riguarda invece la seconda parte, "Advertencias al santo concilio de Trento, tercera convocatoria", la sua datazione dipende da questa indicazione temporale chiara: l'autore scrive che sono circa ventidue anni da quando Paolo III ha concesso la bolla al monastero dei predicatori della Minerva a Roma. Siccome il documento fu promulgato il 30 novembre 1539, le raccomandazioni al Concilio di Trento per la terza convocazione possono risalire alla fine del 1561 o all'inizio del 1562.
 
 
 
== Bibliografia ==
 
Per le edizioni del Memorial segundo:
 
*Juan de Ávila, ''Memorial segundo, 1561: causas y remedios de las herejías'', in  «Miscelánea Comillas. Revista de Ciencias Humanas y Sociales» 3 (1945) 41-151.
 
*Juan de Ávila, ''Memorial segundo al Concilio de Trento (1561)'', in ''Obras completas del Santo Maestro Juan de Ávila'', VI, Madrid, Biblioteca de autores cristianos, 1971, 77-195.
 
*Juan de Ávila, ''Memorial segundo al Concilio de Trento (1561)'', in ''Obras completas. Nueva edición crítica'', II, ''Comentarios bíblicos. Tratados de reforma. Tratados menores. Escritos menores'', 2 ed., Madrid, Biblioteca de autores cristianos, 2013 (BAC Maior. Serie Biblioteca Clásica), 521-619.
 
Per ciò che riguarda le vicende dei manoscritti, le edizioni degli scritti riformatori di Ávila e l'identificazione dei trattati originari:
 
*Luis Sala Balust – Francisco Martín Hernández, ''Tratados de reforma. Introducción'', in Juan de Ávila, ''Obras completas. Nueva edición crítica, II, Comentarios bíblicos. Tratados de reforma. Tratados menores. Escritos menores'', 2 ed., Madrid, Biblioteca de autores cristianos, 2013, 738-769. Rileviamo, tuttavia, che nella parte sull’identificazione del trattato «De las causas de las herejías», alle pagine 743-746, il conteggio dei manoscritti non è esatto, poiché non aggiornato.
 
*Nicolás Álvarez De Las Asturias (ed.), ''Avilistas del siglo XX'', Madrid, Ediciones San Dámaso, 2017.
 

Revision as of 20:03, 27 August 2025

Possibili motivi per cui Juan de Ávila non entrò nella Compagnia di Gesù

Nonostante le aspettative e i suoi stretti rapporti con la Compagnia di Gesù, il Maestro Ávila non ne divenne mai un membro. Ci sono diverse ipotesi sul perché Ávila non si unì all'ordine:

  • la sua salute precaria a partire dai primi anni '50 del Cinquecento;
  • la potenziale difficoltà per i conversos di entrare nella Compagnia (nel suo caso era un ebreo convertito al cattolicesimo);
  • dal 1555 al 1560 la caduta di prestigio di Francisco de Borja, Commissario della Compagnia nella Spagna e nelle Indie occidentali e suo grande estimatore: venne sospettato di eresia dall’Inquisizione, fu calunniato, cadde in disgrazia presso Filippo II, e soffrì per i comportamenti indegni di alcuni familiari;
  • la nomina di Bartolomé Bustamante a provinciale dell'Andalusia nel 1555.

La nostra ricostruzione è la seguente. Il 1554 sembra essere l'anno in cui si riteneva imminente il suo ingresso nella Compagnia. Infatti, il 12 maggio 1554, in occasione della conclusione del processo di fondazione del Collegio di Córdoba, si radunarono vari membri dell'ordine: in quel contesto è attestato che il provinciale Miguel de Torres aveva la speranza che il maestro Ávila entrasse presto tra i Gesuiti e il padre Jerónimo Nadal, commissario di Ignacio per promulgare le Costituzioni nella Penisola Iberica e massima autorità gesuitica presente all'evento, aveva autorizzato la sua ammissione prima di ripartire per l'Italia. La Compagnia di Gesù, dunque, non pose alcun ostacolo all'ingresso del Maestro Ávila e, anzi, lo desiderava vivamente. Questo accadeva nonostante egli avesse subito un processo inquisitorio dal 1531 al 1533, dal quale era stato completamente prosciolto.
Sembra, dunque, che il 1555 segni un passo indietro nella volontà del Maestro Ávila di entrare nella Compagnia, probabilmente vista la situazione tragica di Francisco de Borja, il cambiamento di superiori della Compagnia e soprattutto temendo di attirare ulteriori sospetti dell’Inquisizione su di sé e sui Gesuiti di Andalusia.
Tuttavia, dal 1550 al 1560, una trentina di suoi discepoli entrarono nella Compagnia di Gesù, tra cui diversi conversos. Probabilmente Ávila riteneva che la loro scelta passasse più inosservata della propria. Prima del 1555, Francisco de Borja aveva svolto un ruolo fondamentale di mediazione per l'ingresso dei discepoli di Juan de Ávila nella Compagnia di Gesù. La sua influenza era stata decisiva nel favorirne l'accoglienza, nonostante le reticenze di alcuni membri della Compagnia e il peso dello statuto di limpieza de sangre. L'ambiente ecclesiale e sociale era carico di diffidenza e timori verso tali nuovi cristiani. Di fatto, alcuni dei discepoli di Juan de Ávila entrati nell'ordine furono sottoposti a indagini inquisitoriali. In Andalusia, il forte legame tra gli avilisti e i gesuiti contribuì ad alimentare sospetti anche nei confronti di alcuni membri della Compagnia, ritenuti vicini ai conversos e agli alumbrados. Il clima di sospetto perdurò sia durante la vita del Maestro che dopo la sua morte.

Anche se non entrò a far parte dell'ordine, i contatti di Juan de Ávila con i Gesuiti rimasero molto stretti fino alla sua morte. Il rapporto fu particolarmente proficuo e quotidiano nella sua ultima residenza a Montilla. La sua figura rimase così strettamente associata all'ordine che egli scelse la chiesa della Compagnia a Montilla come luogo per la sua sepoltura.

Bibliografia

María Amparo López Arandia, ¿Caminos Encontrados? Juan de Ávila y la Compañía de Jesús, in María Dolores Rincón González – Raúl Manchón Gómez (ed.), El maestro Juan de Ávila (1500?-1569). Un exponente del humanismo reformista, Madrid, Fundación Universitaria Española-Universidad Pontificia De Salamanca, 2014, 567-591.

Wenceslao Soto Artuñedo, San Juan de Ávila y la Compañía de Jesús. La fundación del colegio de Córdoba, in Vida y obra de San Juan de Ávila, Córdoba, Almuzara, 2021, 117-153.