Difference between revisions of "Juan de Ávila"

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Nonostante le aspettative e i suoi stretti rapporti con la Compagnia di Gesù, il Maestro Ávila non ne divenne mai un membro. Ci sono diverse ipotesi sul perché non si unì all'ordine gesuita:<lb/>
 
Nonostante le aspettative e i suoi stretti rapporti con la Compagnia di Gesù, il Maestro Ávila non ne divenne mai un membro. Ci sono diverse ipotesi sul perché non si unì all'ordine gesuita:<lb/>
 
* la sua salute precaria a partire dai primi anni '50 del  Cinquecento;<lb/>
 
* la sua salute precaria a partire dai primi anni '50 del  Cinquecento;<lb/>
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* la potenziale difficoltà per i ''conversos'' di entrare nella Compagnia (nel suo caso era un ebreo convertito al cattolicesimo);<lb/>
 
* dal 1555 al 1560 la caduta di prestigio di Francisco de Borja, fino a quel momento molto influente come Commissario della Compagnia nella Spagna e nelle Indie occidentali: venne sospettato di eresia dall’Inquisizione, calunniato, cadde in disgrazia presso Filippo II, e fu addolorato dai comportamenti indegni di alcuni familiari;<lb/>
 
* dal 1555 al 1560 la caduta di prestigio di Francisco de Borja, fino a quel momento molto influente come Commissario della Compagnia nella Spagna e nelle Indie occidentali: venne sospettato di eresia dall’Inquisizione, calunniato, cadde in disgrazia presso Filippo II, e fu addolorato dai comportamenti indegni di alcuni familiari;<lb/>
 
* la nomina di Bartolomé Bustamante a provinciale dell'Andalusia nel 1555 e rimasto in carica fino al 1870.<lb/>
 
* la nomina di Bartolomé Bustamante a provinciale dell'Andalusia nel 1555 e rimasto in carica fino al 1870.<lb/>
In generale, si può ipotizzare che il Maestro Ávila abbia temuto di attirare ulteriori sospetti dell’Inquisizione sui Gesuiti di Andalusia. Circa trenta suoi discepoli entrarono nella Compagnia di Gesù, tra cui diversi ''conversos''. Francisco de Borja aveva svolto un ruolo fondamentale di mediazione nell'ingresso dei discepoli di Juan de Ávila nella Compagnia di Gesù. La sua influenza era stata decisiva nel favorirne l'accoglienza, nonostante le reticenze di alcuni membri della Compagnia e il peso dello statuto di "limpieza de sangre". Alcuni dei discepoli di Ávila entrati nell'ordine furono sottoposti a indagini inquisitoriali. In Andalusia, il forte legame tra gli avilisti e i gesuiti contribuì ad alimentare sospetti anche nei confronti di alcuni membri della Compagnia, ritenuti vicini ai ''conversos'' e agli ''alumbrados''. Il clima di sospetto perdurò sia durante la vita del maestro che dopo la sua morte.<lb/>
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In generale, si può ipotizzare che il Maestro Ávila abbia temuto di attirare ulteriori sospetti dell’Inquisizione sui Gesuiti di Andalusia. Circa trenta suoi discepoli entrarono nella Compagnia di Gesù, tra cui diversi ''conversos''. Francisco de Borja aveva svolto un ruolo fondamentale di mediazione nell'ingresso dei discepoli di Juan de Ávila nella Compagnia di Gesù. La sua influenza era stata decisiva nel favorirne l'accoglienza, nonostante le reticenze di alcuni membri della Compagnia e il peso dello statuto di ''limpieza de sangre''. Alcuni dei discepoli di Ávila entrati nell'ordine furono sottoposti a indagini inquisitoriali. In Andalusia, il forte legame tra gli avilisti e i gesuiti contribuì ad alimentare sospetti anche nei confronti di alcuni membri della Compagnia, ritenuti vicini ai ''conversos'' e agli ''alumbrados''. Il clima di sospetto perdurò sia durante la vita del maestro che dopo la sua morte.<lb/>
  
 
È importante notare che la Compagnia di Gesù non pose alcun ostacolo all'ingresso del Maestro Ávila e, anzi, lo desiderava vivamente. Questo accadeva nonostante egli avesse subito un processo inquisitorio dal 1531 al 1533, dal quale fu completamente prosciolto.
 
È importante notare che la Compagnia di Gesù non pose alcun ostacolo all'ingresso del Maestro Ávila e, anzi, lo desiderava vivamente. Questo accadeva nonostante egli avesse subito un processo inquisitorio dal 1531 al 1533, dal quale fu completamente prosciolto.
 
Anche se non entrò a far parte dell'ordine, i contatti di Ávila con i Gesuiti rimasero molto stretti fino alla sua morte. Il rapporto fu particolarmente proficuo e quotidiano nella sua ultima residenza a Montilla. La sua figura rimase così strettamente associata all'ordine che scelse la chiesa della Compagnia a Montilla come luogo per la sua sepoltura.<lb/>
 
Anche se non entrò a far parte dell'ordine, i contatti di Ávila con i Gesuiti rimasero molto stretti fino alla sua morte. Il rapporto fu particolarmente proficuo e quotidiano nella sua ultima residenza a Montilla. La sua figura rimase così strettamente associata all'ordine che scelse la chiesa della Compagnia a Montilla come luogo per la sua sepoltura.<lb/>
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== Bibliografia ==
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María Amparo López Arandia, ''¿Caminos Encontrados? Juan de Ávila y la Compañía de Jesús'', in María Dolores Rincón González – Raúl Manchón Gómez (ed.), ''El maestro Juan de Ávila (1500?-1569). Un exponente del humanismo reformista'', Madrid, Fundación Universitaria Española-Universidad Pontificia De Salamanca, 2014, 567-591.

Revision as of 21:15, 3 August 2025

Possibili motivi per cui Juan de Ávila non entrò nella Compagnia di Gesù

Nonostante le aspettative e i suoi stretti rapporti con la Compagnia di Gesù, il Maestro Ávila non ne divenne mai un membro. Ci sono diverse ipotesi sul perché non si unì all'ordine gesuita:

  • la sua salute precaria a partire dai primi anni '50 del Cinquecento;
  • la potenziale difficoltà per i conversos di entrare nella Compagnia (nel suo caso era un ebreo convertito al cattolicesimo);
  • dal 1555 al 1560 la caduta di prestigio di Francisco de Borja, fino a quel momento molto influente come Commissario della Compagnia nella Spagna e nelle Indie occidentali: venne sospettato di eresia dall’Inquisizione, calunniato, cadde in disgrazia presso Filippo II, e fu addolorato dai comportamenti indegni di alcuni familiari;
  • la nomina di Bartolomé Bustamante a provinciale dell'Andalusia nel 1555 e rimasto in carica fino al 1870.

In generale, si può ipotizzare che il Maestro Ávila abbia temuto di attirare ulteriori sospetti dell’Inquisizione sui Gesuiti di Andalusia. Circa trenta suoi discepoli entrarono nella Compagnia di Gesù, tra cui diversi conversos. Francisco de Borja aveva svolto un ruolo fondamentale di mediazione nell'ingresso dei discepoli di Juan de Ávila nella Compagnia di Gesù. La sua influenza era stata decisiva nel favorirne l'accoglienza, nonostante le reticenze di alcuni membri della Compagnia e il peso dello statuto di limpieza de sangre. Alcuni dei discepoli di Ávila entrati nell'ordine furono sottoposti a indagini inquisitoriali. In Andalusia, il forte legame tra gli avilisti e i gesuiti contribuì ad alimentare sospetti anche nei confronti di alcuni membri della Compagnia, ritenuti vicini ai conversos e agli alumbrados. Il clima di sospetto perdurò sia durante la vita del maestro che dopo la sua morte.

È importante notare che la Compagnia di Gesù non pose alcun ostacolo all'ingresso del Maestro Ávila e, anzi, lo desiderava vivamente. Questo accadeva nonostante egli avesse subito un processo inquisitorio dal 1531 al 1533, dal quale fu completamente prosciolto. Anche se non entrò a far parte dell'ordine, i contatti di Ávila con i Gesuiti rimasero molto stretti fino alla sua morte. Il rapporto fu particolarmente proficuo e quotidiano nella sua ultima residenza a Montilla. La sua figura rimase così strettamente associata all'ordine che scelse la chiesa della Compagnia a Montilla come luogo per la sua sepoltura.

Bibliografia

María Amparo López Arandia, ¿Caminos Encontrados? Juan de Ávila y la Compañía de Jesús, in María Dolores Rincón González – Raúl Manchón Gómez (ed.), El maestro Juan de Ávila (1500?-1569). Un exponente del humanismo reformista, Madrid, Fundación Universitaria Española-Universidad Pontificia De Salamanca, 2014, 567-591.