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Fondo Collegio Romano
Dis/Ordine
L'alternativa all'orden non è il disordine, ma un ordine diverso. Ordine e disordine, più che uno stato di cose, sono delle distinzioni con le quali un osservatore osserva l’archivio. Ogni ordine o disordine fa riferimento a una relazione tra un osservatore e un oggetto. Il catalogo è concepito come un veicolo potenziale di informazione.
Il catalogo è l'osservatore dell'insieme documentario. Abbiamo traccia dell'antiche osservazioni... camicie segnature cassetto quello che non è ordinato implica che è materiale di uso vedi catalogo biblioteca
La piattaforma GATE permette una dinamica ricorsiva. In un ambiente ricorsivo la stessa operazione può produrre diversi risultati.
Magistri
Il Collegio Romano comprendeva ancghe le scuole inferiori o secondarie, destinate essenzialmente ai giovani non che non erano orientati al sacerdozio.
- Ballerini, Antonio
- Boero, Giuseppe
- Manera, Francesco
- Passaglia, Carlo
- Patrizi, Francesco Saverio
- Perrone, Giovanni
- Pianciani, Giambattista
- Secchi, Angelo
Storia dei Fondi
Già nel 1814 Pio VII aveva manifestato il proposito di restituire le case e chiese affidate alla Compagnia prima del 1773, in particolare il Collegio Romano. Il clero secolare aspirava a tenere per sè il Collegio avendolo retto dal 1773 al 1798 e, dopo la chiusura del Seminario Romano, durante la prima restaurazione dal 1814 al 1824.
Tra i sostenitori del ritorno dei Gesuiti al Collegio Romano anche il Card. Patrizi, senatore di Roma, e il principe Altieri. Il 17 maggio 1824 con il breve Cum multa in urbe Leone XII restituì a 10 anni dalla restaurazione della Comapgnia il Collegio Romano ai gesuiti.
Il 1 ottobre 1824 il card. Pedicini presiedette la cerimonia della consegna, e alla metà del mese un avviso per le strade di Roma avvisava che i corsi sarebbero ripresi sotto la direzione dei Padri della Compagnia. Il 2 novembre, alla presenza dello stesso S. Padre, si inaugurarono i nuovi corsi.
Primo rettore del nuovo Collegio fu il p. Luigi Tapparelli che vi rimase per cinque anni.
P. Manera dal 1846 al 1847
P. Perrone dal 1853 al 1856
P. Pasquale Cambi dal 1856 al 1860 (anni del caso Passaglia)
P. Pietro Ragazzini dal 1867 al 1872
Il 20 ottobre 1873 il Collegio Romano fu privato della sua sede e trasferito presso il Collegio Germanico al Palazzo Borromeo (via del Seminario 120) dove rimase fino al 1930, anno in cui venne inaugurata la nuova sede. Questo edificio tempestivamente era stato messo come proprietà di un Padre Irlandese per evitare che fosse incamerato come per l’edificio del Collegio Romano. Pio IX con rescritto del 4 dicembre 1873 concesse che il Collegio Romano si chiamasse “Pontificia Università Gregoriana” Link al documento?. Come si attesta in alcuni documenti presenti in archivio la carta intestata reca la dicitura:"Pontificia Università Gregoriana del Collegio Romano". Questa denominazione si manterrà in uso al meno fino a 1929. Nella denuncia nel 1877 di Bartolomeo Podestà, possibile in conseguenza della legge di soppressione delle Corporazioni religiose di Roma, apprendiamo del ritrovamento di questo ripostiglio (cui si accedeva da una botola murata: quindi presumibilmente lo stesso da un secolo! ) dove erano conservate parti di fondi che oggi fanno parte, nuovamente, dell'Archivio della PUG.
L'Archivio storico della PUG conserva documenti sulla storia del Collegio Romano dalla fondazione ad oggi.
Relativamente al periodo Ottocentesco, dal 1824 (restituzione del Collegio alla Compagnia di Gesù) al 1873 (soppressione degli Ordini religiosi), oltre ai documenti disseminati nel Fondo APUG[1] è presente un corpus documentario denominato Fondo Collegio Romano.
Si tratta di una trentina di faldoni contenenti materiale relativo a Collegio Romano, all'Università Gregoriana e al Collegio di Mondragone che vennero inviati nel 1984 dall'archivista della Provincia Romana[2] dal 1983 al 1994 Vincenzo Pellicciotta SJ all'archivista della Pontificia Università Gregoriana Padre Vincenzo Monachino, trattenendo solo una minoranza di documenti afferenti alla Provincia (cfr. lettere di Pellicciotta
Tale fondo si configura più come un insieme di documenti, per la maggior parte carte sciolte, eterogenei per tipologia e datazione che sono stati accorpati e descritti in 130 SCHEDE CARTACEE realizzando un inventario dove sono rimaste inalterate le precedenti segnature così suddivise:
- Segnatura 532 divisa in 23 sottocartelle
- Segnatura A-5 divisa in 10 sottocartelle (da III a XII)
- Segnatura A-6 divisa in 5 sottocartelle (da VI a X)
- Segnatura A-7 divisa in 9 sottocartelle
- Segnatura A-8 divisa in 4 sottocartelle
- Segnatura A-9 divisa in 5 sottocartelle (da III a VII)
- Segnatura A-10 divisa in 9 sottocartelle
- Segnatura A-11 divisa in 5 sottocartelle
- Segnatura A-12 divisa in 20 sottocartelle
- Segnatura A-13 divisa in 8 sottocartelle
- Segnatura FZ*
- Segnatura L (123-124)
- Segnatura M (32, da 79 a 91, 95, da 97 a 100, 118)
- Segnatura N (31, 56, 162)
Accesso alla cartella riservato agli utenti autorizzati.
- Convenzione del 1949
Nel 2024, in occasione del bicentenario della restituzione del Collegio alla Compagnia di Gesù, la Fondazione La Gregoriana ha finanziato un progetto di revisione e catalogazione di questo Fondo nel catalogo nazionale Manus Online realizzando descrizioni estese fruibili a questo link.
Indici dei nomi e dei concetti chiave
- Indice dei nomi
- Concetti chiave
- Conflictus
- Infirmitas
- Temporalitas
- Conspiratio
Serie archivistiche
Con "serie archivistica" si intende una parte componente di un fondo che raccoglie un insieme di unità archivistiche aggregate secondo un determinato criterio o nella fase di formazione dell’archivio o nel corso di operazioni di ordinamento successivo. Una serie archivistica può aggregare documentazione omogenea dal punto di vista formale ma eterogenea sotto il profilo del contenuto giuridico e amministrativo. Viceversa, può raccogliere documentazione eterogenea sotto il profilo formale ma conservata insieme perché risultato di un medesimo processo di sedimentazione, o di una medesima attività, o perché relativa alla stessa materia.[3]
Stato di conservazione dei documenti
I materiali del fondo si presentano principalmente nella forma di fascicoli o carte sciolte, talvolta con cuciture precarie, conservati in camicie[4] di carta o cartone dove talvolta si trova traccia di antiche collocazioni come il caso di "cassetto" rinvenuto su camicie o singoli documenti.I registri e i diari hanno invece forma libraria con legature in cartone o in quarto di pergamena e riportano normalmente l'indicazione delle antiche collocazioni.
I danni principali riguardano le carte che presentano strappi e lacune, oltre agli inchiostri acidi che hanno provocato l'imbrunimento della carta.
Note
- ↑ a titolo di esempio si veda la descrizione del Faldone APUG 135B dove si trovano materiali cinquecenteschi relativi alla fondazione del Collegio Romano e i primissimi atti accademici datati 1575-1582
- ↑ la Provincia Romana dal 1831 al 1978 diverrà Provincia d'Italia fino al 2017 e successivamente Provincia Euro-Mediterranea
- ↑ Archivio di Stato di Torino, Glossario di archivistica
- ↑ Foglio di carta o di cartoncino, contenente documenti archivistici. Normalmente le camicie condizionano i fascicoli e gli eventuali sottofascicoli; sulle camicie possono essere indicati l’oggetto, la cronologia, la classificazione o la segnatura della unità archivistica (v.) e più raramente l’elenco degli atti contenuti.
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