Difference between revisions of "Collegium Romanum restitutum"
Line 24: | Line 24: | ||
<div style="margin: auto; float:none; border:1px solid #A9A9A9; background-color:lightgreen; padding:5px;"> | <div style="margin: auto; float:none; border:1px solid #A9A9A9; background-color:lightgreen; padding:5px;"> | ||
− | <center> | + | <center> [[Fondo Collegio Romano|Serie e Indice dei nomi]]</center></div> |
<lb/> | <lb/> | ||
Revision as of 12:26, 18 March 2024
L'Archivio Storico della PUG è promotore del progetto di ricerca:
Il Collegio restituito (1824-1873): un complesso documentario specchio della società ottocentesca.
Introduzione
L'albero spezzato
L'auto-rappresentazione della Compagnia di Gesù nella scandiva la sua scrittura attraverso una serie di date che raccontavano gli eventi fondazionali: la vita dei suoi santi, dei suoi martiri, le nascite delle provincie. Il gesuita Athanasius Kircher spinto dal suo universalismo e dal desiderio di trovare un sistema che fosse capace di concentrare la disgregazione di un sistema sociale che mutava nella sua struttura e nella sua semantica, sognò anche con un orologio universale capace di unificare il tempo e lo spazio nella diversità dell'orbe conosciuto[1]. Il suo horoscopium catholicum Societatis Iesu, fatto in onore all’elezione del superiore generale Vincenzo Carafa e destinato alla sua Ars magna lucis et umbrae (1646), rappresenta un frondoso albero che s’innesta nel corpo stesso di Ignazio di Loyola e irradia i suoi innumerevoli rami ab ortu solis usque ad occasum. Sulla cima dell'albero campeggia l'aquila bicefala che ricorda il principio del potere temporale del re e di quello spirituale del papa.
La disseminazione della Compagnia nello spazio permetteva una lettura sinottica del tempo. La storia iconografica dell’albero conobbe un lungo sviluppo. Non pochi di questi alberi gesuitici, a partire del secolo XVIII, cominciarono a ostentare i suoi rami spezzati testimoniando le parziali soppressioni o espulsioni; così lo attesta l’Arbre géographique contenant les établessiments de jésuites par toute la terre (1764) di Louis Denis.
La Compagnia ristabilita (1814) riprenderà questo desiderio di rappresentazione spaziale della sua presenza e così disegnare la sua continuità con il proprio passato. Il binomio continuità/discontinuità, anche se non nuovo nella storiografia dell’Ordine, riprenderà con maggior vigore nel secolo XIX, per affiorare diversamente ancora nella contemporaneità.
A partire del secolo XIX si è verificata una temporalizzazione della storia la quale si presenta con due caratteristiche fondamentali: una laicizzazione del tempo e un’accelerazione del suo ritmo. Il ritorno dei gesuiti al Collegio Romano, che potrebbe avere il sapore di una rivincita, pronto aprirà la strada a nuove sfide e a violenti conflitti. Se i gesuiti cercheranno di rimanere fedeli a una costruzione identitaria la società nella quale sono restaurati accentua la discontinuità.
IL 17 maggio 1824 papa Leone XII col breve Cum multa ordina la restituzione alla Compagnia di Gesù del Collegio Romano. Si determina di consegnare al Preposito Generale P. Luigi Fortis detto collegio insieme alla Chiesa di Sant'Ignazio, ai musei, alla biblioteca, all'osservatorio astronomico e al contiguo Osservatorio del P. Caravita.
Fondo Collegio Romano
La documentazione riferibile alla storia della rifondazione del Collegio Romano, dal 1824 al 1873, si compone di 95 segnature nel Fondo generale denominato Fondo APUG e di 130 volumi e faldoni miscellanei in un fondo a parte denominato Fondo Collegio Romano.
Il materiale è prodotto principalmente nel XIX secolo ma è ricco di riferimenti a fonti anche più antiche; significativi inoltre i materiali cinquecenteschi relativi alla fondazione del Collegio Romano, quali i primissimi atti accademici datati 1575-1582 (conservati in APUG 135B) raccolti nell'Ottocento come materiale documentario.
Stato di conservazione dei documenti
I materiali del fondo si presentano principalmente nella forma di fascicoli o carte sciolte, talvolta con cuciture precarie, conservati in camicie di carta o cartelle di cartone.I registri e i diari hanno invece forma libraria con legature in cartone o in quarto di pergamena e riportano spesso l'indicazione delle antiche collocazioni. I danni principali riguardano le carte che presentano strappi e lacune, oltre agli inchiostri acidi che hanno provocato l'imbrunimento della carta.
I documenti andranno restaurati e collocati in cartelline a PH neutro.
- ↑ Horoscopium Geographicum universale Societatis Jesu construere quo, in omnibus Collegijs dictae Societatis toto orbe terrarum diffusis, quota hora sit uno intuitu demonstratur. Ars Magna Ars magna lucis et vmbrae in decem libros digesta Sumptibus Hernanni Scheus, ex typographia Ludouici Grignani, 1645. , 553
- ↑ Nuestra casa es el mundo aveva affermato il P. Jeronimo Nadal. Mon. Nat., V, 364-5.