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Ill.re Sig.re. Ho ricevuto la sua intorno alla raccomandazione, che gli feci della Sig.ra Maria sua cognata, e resto soddisfatto, giudicando che lei abbia il torto; ma non voglio farci altro. <lb/>
Rome,30 avril 1610.
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Desidero un'altro piacere da V.S. ed è, che legga l'inclusa lettera, e se può indovinarsi di chi sia, lo chiami, e gli dica, che io non rispondo, perchè è lettera senza nome, e forte falsa. Io ho molte volte lettere dagli eletti, o deputati di Napoli, di Capua, di Lecce, e delle terre del stato ecclesiastico, e sempre sono sottoscritte da tutti li deputati con i propri nomi. <span style="background-color:LightBlue>Di più questa è lettera molto barbara, minacciando me, ingiuriando il vicario, usando parole molto indecenti: e per questo non è degna di risposta.</span> Che se qualche persona mi scriverà con i debiti termini, non mancherò rispondere, e dargli soddisfazione. E se mentre si trattava il negozio, alcuno si avesse fatto intendere,o venendo qua, o scrivendo con i debiti modi, io non avrei fatto niente, perchè desideravo dar gusto a tutti, e non disgustare nessuno; ma poi che il capitolo ha fatto una spesa cosi grande, e che sono spedite le bolle, non è carità, ma malignità volere rovinare il capitolo, e turbare le monache di S.Bernardo, e disfare quello che ha fatto il Sommo Pontefice con matura considerazione. E se sia vero quello che dice la lettera, che vogliano alcuni sollevare il popolo, e fare cose che dispiaceranno, sappine che non mancherà la giustizia del G. Duca di castigarli come meritano. E non occorre, che dicano, che quello che io ho fatto, dispiaccia a sua altezza, perchè ho fatto al principio sapere ogni cosa all'ambasciatore del G. Duca; e esso mi disse, che non poteva dispiacere a S. A. e avendomi poi scritte molte lettere così la felice memoria del G. Duca Ferdinando, come il G.Duca Cosimo, suo figliolo, e successore, non mi hanno mai toccata questa cosa; ma sempre mi hanno scritto con molti segni di amore particolare, e nel sotto scrivere, mi hanno onorato più che non fanno cotesti deputati, nella
 
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Bellarmin � G�us.Vignanesi.
 
 
 
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/ 111^^Sig^^. Ho riconto la sua intorno alla raccomandatione,che gli feci della Sig^^ Maria sua cognata, et resto sodisfatto, giu dicando che lei Rabbia il torto; ma non voglio farci altro. Desidero un'altro piacere da V.S. et �, che legga l'inclusa
 
.^lettera, et se pu� indovinarsidi chi sia, lo chiami, et gli dica, che io non rispondo, perche � lettera senza nome,et forte falsa. 10 ho molte volte lettere dalli eletti,deputati di Napoli, di Capua, di Lecce, et delle terre del stato ecclesiastico, et sempre sono sottoscritte da tutti li deputati con li proprii nomi. Di piu
 
/ y questa lettera molto barbara, minacciando me, ingiuriando il v i  cario, usando parole molto indecenti: et per q uesto non degna di risposta. Che se qualche persona mi scriver� con i debiti termi ni, non mancar� rispondere,et dargli sodisfattione. Et se mentre si trattava il negotio, alcuno si havesse fatto intendere,� venendoqua, scrivendo con i debiti modi, io non Laverei fatto niente, perche desideravo dar gusto tutti, et non disgustar nessuno; ma poi che il capitolo ha fatto una spesa cosi grande, et che sono s spedite le bolle, non � charit�, ma malignit� volere rovinare il capitolo, et turbare le monache di S.Bernardo, et disfare quello che ha fatto il Sommo Pontefice con matura consideratione. Et se sia vero quello che dice la lettera, che veglino alcuni sollevare 11 populo, et fare cose che dispiaceranno, sappine che non mancar� la-giustitia del G.Duca di castigarli come meritano. Et non occor re,che dichino, che quello che io ho fatto, dispiaccia sua altezza, perche ho fatto al principio sapere ogni cosa all'ambasciadore del G.Duca; et esso mi disse, che non poteva dispiacere S. A. et bevendomi poi scritte molte lettere cosi la felice memoria del G.Duca Ferdinando, come il G.Duca Cosimo,suo figliolo,et suc cessore, non mi hanno mai toccata questa cosa; ma sempre mi hanno scritto con molti segni di amore particulare, et nel sotto scrive re,mi hanno honorato piu che non fanno cotesti deputati, nella
 
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Ill.re Sig.re. Ho ricevuto la sua intorno alla raccomandazione, che gli feci della Sig.ra Maria sua cognata, e resto soddisfatto, giudicando che lei abbia il torto; ma non voglio farci altro.
Desidero un'altro piacere da V.S. ed è, che legga l'inclusa lettera, e se può indovinarsi di chi sia, lo chiami, e gli dica, che io non rispondo, perchè è lettera senza nome, e forte falsa. Io ho molte volte lettere dagli eletti, o deputati di Napoli, di Capua, di Lecce, e delle terre del stato ecclesiastico, e sempre sono sottoscritte da tutti li deputati con i propri nomi. Di più questa è lettera molto barbara, minacciando me, ingiuriando il vicario, usando parole molto indecenti: e per questo non è degna di risposta. Che se qualche persona mi scriverà con i debiti termini, non mancherò rispondere, e dargli soddisfazione. E se mentre si trattava il negozio, alcuno si avesse fatto intendere,o venendo qua, o scrivendo con i debiti modi, io non avrei fatto niente, perchè desideravo dar gusto a tutti, e non disgustare nessuno; ma poi che il capitolo ha fatto una spesa cosi grande, e che sono spedite le bolle, non è carità, ma malignità volere rovinare il capitolo, e turbare le monache di S.Bernardo, e disfare quello che ha fatto il Sommo Pontefice con matura considerazione. E se sia vero quello che dice la lettera, che vogliano alcuni sollevare il popolo, e fare cose che dispiaceranno, sappine che non mancherà la giustizia del G. Duca di castigarli come meritano. E non occorre, che dicano, che quello che io ho fatto, dispiaccia a sua altezza, perchè ho fatto al principio sapere ogni cosa all'ambasciatore del G. Duca; e esso mi disse, che non poteva dispiacere a S. A. e avendomi poi scritte molte lettere così la felice memoria del G. Duca Ferdinando, come il G.Duca Cosimo, suo figliolo, e successore, non mi hanno mai toccata questa cosa; ma sempre mi hanno scritto con molti segni di amore particolare, e nel sotto scrivere, mi hanno onorato più che non fanno cotesti deputati, nella
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