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Rome,22 mars 1606.

553 Bellarmin � l'abb� g�n�ral des C�lestine.

/ Molto Rev^� a^Padre come fratello. Essendo piaciuto alla San tit� di Nostro Signore di caricarmi del peso di protettore di cotesta sacra congregatione de Celestini, h� cominciato subito � trattare con sua Beatitudine del bene commune di essa congregatione, et havendo discorso insieme dell'elettione dell'abbate genera le et officiali, la Santit� Sua mi h� ordinato che io scriva le co se seguenti: E prima, che si contenta per intercessione mia che non si dia per il prossimo capitolo generale alcuno presidente di fuora, ma che sia presidente quello � chi tocca,secondo leconstitutioni et usanza antica della religione. Di pi�, acci� l'elettione dell'ab bate generale et degli altri offitiali sia libera et senza passio ne, ordina et comanda Sua Santit�,sotto pena di scommunica,latae sententiae, che non s'aprino le lettere che probabilmente si pu� giudicare che siano di favore et vanghino drizzate al capitolo ge nerale � � qualsi voglia monacho particolare, sino � tanto non sia fatta l'elettione di tutti gl'offitiali, et,quando fosse dubio che qualche lettera sia di favore d'altro negotio massime importante, si deputi un religioso di buona conscienza et discreto che apra le ^^7 tali lettere et, se non siano di favore, le diano � chi vanno, altriment� le tenga nascoste,sotto la medesima pena, fin'all'essere finito il capitolo generale. Et perche s'intende che non solo gvengono lettere, ma anco huomini � posta per praticare et per aiutare alcuno al generalato � altri offitii della religione. Sua Santit� ordina et comanda,sotto la medesima pena, che,durante l'elettione dell'abbate et altri offitiali, non si admettino persone secolari dentro del convento, ne anco in detto tempo eschino fuora li ser vitori del monasterio, se non in casi di necessit�, et all'hora se gli ordini sotto gravi pene che non portino dentro ambasciate appartenenti all'elettione. V.P. procurer� che questi ordini si noti-