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<noinclude><pagequality level="1" user="Irene Pedretti" /><br>
<p style="float:right"><span style="color:Blue">
f. 122v
</span></p>
<br></noinclude>il fatto in questa carta; ma nel prendere l’ablutione dalla medesima ampollina da onde prima prendeva il vino per consecrarlo, all’hora senteva il sapor del vino.<lb/>
Simile cosa mi successe anche in Sicilia quando era in stato secolare riterato in Casa Professa della Compagnia di Giesù; et è per molti mesi dopo la communione sentì una certa dolcezza, e soavità nella mia bocca, che mi pareva che fosse l’hostia che si fa per il sacrificio di materia fatta col zuccaro, per che era principiante nella fede, domandava ad alcuni della Compagnia dopo qualche tempo di questa cosa, mi dissero che non si fa d’altro, che di farena e d’acqua, all’hora mi accorgeva da onde le veneva tal soavità.
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