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Annali del Seminario Romano di Girolamo Nappi

Introduzione Gli Annali del Seminario Romano sono la cronaca degli anni che vanno dal 1565 al 1647 e furono presumibilmente compilati da Girolamo Nappi – padre gesuita – tra il 1640 e il 1647. Gli Annali si dividono in tre volumi, dei quali, si è, ad ora, cominciata la trascrizione del secondo. Nonostante l’indagine molto circoscritta che chi scrive ha avuto modo di condurre, durante il corso delle seguenti pagine si fornirà una visione complessiva dello stato e degli argomenti dei volumi. Ogni volume si apre con Al lettore, una breve sezione introduttiva che anticipa e riassume il contenuto delle carte del volume stesso. L’autore non si limita a riepilogare il contenuto del volume, ma tratteggia il suo programma compositivo, difendendo la dignità della sua opera precisando che, sebbene la materia trattata non riguardi direttamente grandi guerre o avvenimenti di immediata rilevanza storica, il suo lavoro non è da definirsi come di poco conto, in quanto fa riferimento alla formazione di coloro i quali diventeranno personalità influenti dal punto di vista sociale, pedagogico e religioso.


Sintesi dei contenuti

Le carte esaminate rendono conto dell’anno 1629, sessantacinquesimo dalla fondazione del Seminario. Il pontificato di Papa Urbano VIII, vide l’Italia vessata non solo da epidemie – si pensi alla peste di cui si parla anche negli Annali – ma anche dalla Guerra dei trent’anni. Nel corso della narrazione, l’autore, tiene conto sia degli eventi interni al seminario, sia di quelli esterni e della loro influenza sulla vita dei seminaristi. La presentazione degli studenti del Seminario segue sempre il medesimo schema: l’autore annuncia la provenienza geografica dei seminaristi che presenterà, in seguito, prima viene indicato il nome dello studente, poi quello dei suoi genitori e del protettore che gli ha permesso di entrare in Seminario; partimenti si specifica se è l’unico membro della famiglia ad aver frequentato il Seminario, cosa abbia studiato – non rari sono i paragoni con altri membri della famiglia – e in cosa eccellesse o meno; ci si concentra infine sulla sua attitudine disciplinare e, qualora ce ne siano notizie, si racconta di come proseguì la sua vita, specificando se continuò o meno la carriera ecclesiastica. Dalla presentazione dei seminaristi si ricavano non solo informazioni sociali e dinastiche – va da sé che gli studenti del Seminario facessero parte di famiglie nobili o comunque abbienti –, ma anche geografiche: la loro provenienza viene indicata regionalmente e non pochi sono gli studenti europei. Sono descritte inoltre le abitudini del Seminario: quali eventi fossero festeggiati nel Seminario, quali celebrazioni avessero luogo e quali odi venissero composte in onore; non poche sono, in tal senso, le segnalazioni di titoli e contenuti. Singolari e sporadiche – ma speciose –, sono inoltre le menzioni delle “ribellioni” degli studenti e delle dovute conseguenze. Si può ricordare l’esempio di due fratelli di Casa Parides, i quali fuggirono di notte con la camerata e non tornarono per non ricevere il castigo. Sono descritti anche i primi presagi di guerra nel 1629: si riporta che nel mese di marzo, il pontefice indisse infatti un Giubileo per sospetti di lotte tra Italia e Germania e che gli spagnoli assediarono Casale. Non solo, come anticipato, si fa menzione anche della peste e dell’invito del Papa ai fedeli di raccomandarsi a San Rocco. Come si può vedere da questo breve excursus, seppur la trascrizione abbia riguardato, ad ora, una sessantina di carte, le informazioni contenute nel manoscritto, sono da ritenersi importanti proprio per la loro varia natura; in quanto riguardano non solo la storia personale dello studente, ma, ove rilevante, anche quella della sua famiglia e della sua attitudine. Non è di secondaria importanza, inoltre, evidenziare come le informazioni siano corredate anche da brevi accenni storici; nonché informazioni di carattere sociale, antropologico, artistico e di storia di costume, che aiutano la contestualizzazione del manoscritto nel suo periodo storico.


Caratteristiche testuali-linguistiche

Le carte del secondo volume degli Annali Romani del Nappi si presentano molto ordinate: hanno tutte uno specchio di scrittura molto ampio composto da trenta righe per carta vergate in corsiva seicentesca. Il colore dell’inchiostro è marrone scuro e sono ben visibili, da un punto di vista paleografico, correzioni ed aggiunte. Copioso spazio è riservato ai margini in quanto, soprattutto quelli laterali, sono utilizzati per glosse, note e per la suddivisione del testo in paragrafi che è sempre accompagnata dal numero in cifre arabe e da una sorta di didascalia. Per esempio, alla carta c. 844r. si legge 4 Peste di Lombardia o ancora alla c.489v. 7 Sollevatione del seminario. Questa mise en page è, certamente, funzionale alle esigenze di ricerca tematica ed altamente fruibile da parte del lettore. Per quanto riguarda le peculiarità testuali, oltre all’ordinaria presenza di abbreviazioni – che sono tutte quante state sciolte in fase di trascrizione – per formule liturgiche o per gli appellativi, si evidenzia qui la ricorrenza di segni tachigrafici volti a segnalare consonanti nasali e liquide ed interi nessi vocalici e/o consonantici soprattutto in quelle parti in cui il testo risulta essere in lingua latina. Dal punto di vista linguistico, interessanti sono anche le caratteristiche del volgare di Nappi che, così come da consueto a questa altezza cronologica, presentano incongruenze e difformità rispetto alla norma bembiana. Nello specifico, sul piano fono-grafemico si segnala la presenza di voci univerbate, la confusione tra geminazione e scempiamento consonantico e il peculiare uso del dittongo mobile soprattutto delle serie in -ie. Sul piano prettamente morfologico, invece, interessanti sono la serie di voci nominali con il plurale in -ii, l’utilizzo di voci verbali sincopate e l’incertezza di accordo nell’uso di participi passati e nella formazione di voci verbali composte. Sul piano sintattico si registra una prosa ipotattica caratterizzata da proposizioni subordinate che, nella maggior parte dei casi, sono rese esplicitamente attraverso il ricorso al modo congiuntivo. Di misura minore è il ricorso a costruzioni implicite e paratattiche così come rare sono le proposizioni nominali. Nel complesso il registro è informale, la cronica infatti si presenta farcita di lessemi colloquiali e marcati in diatopia. La scelta dello stile è consapevole e certamente funzionale alla narrazione di eventi e alla costruzione di immagini volte a restituire uno spaccato di vita quotidiana.


Descrizione della piattaforma gate

Durante questi mesi è stata utilizzata la piattaforma Gate, consultabile all’indirizzo https://gate.unigre.it/mediawiki/index.php/Gregorian_Archives_Texts_Editing_(GATE) Da qui, accedendo alla parte delle Collezioni > Annali del Seminario Romano si può visualizzare la digitalizzazione dei tre volumi, effettuata dall’Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana.

La piattaforma è una grande risorsa poichè permette, successivamente al login, l’editing della pagina e l’inserimento della trascrizione e dei riferimenti interni ed esterni che presentano, a lavoro completo, un’analisi esaustiva e consultabile in qualsiasi momento. Infatti, per giungere a suddetti risultati, sono stati inseriti diversi tag, con link che rimandano a pagine ancora in elaborazione riguardanti personaggi importanti, luoghi, opere e fonti. Il sito è infatti organizzato come una piattaforma wiki e si basa su un sistema di namespace organizzato su tag collegati tra loro. Questa funzione non è di secondaria importanza poichè rende possibile chiedere al sistema di individuare termini particolari all’interno sia del documento sia di ogni altra pagina presente sulla piattaforma: a partire infatti dai soli Annali del Nappi sarebbe possibile far interloquire le informazioni presenti all’interno di ogni altro documento riguardante la Compagnia come, a titolo esplicativo, il grande progetto Jusuit Drama, dedicato al Teatro Gesuitico.

I punti di forza della piattaforma sono molteplici: la digitalizzazione ad alta risoluzione permette di consultare le carte online e rende agevole la trascrizione, senza rischiare di rovinare ulteriormente l’esemplare che non verte in buono stato di conservazione. Ogni editing è poi registrato ed è sempre possibile il ripristino della versione precedente. Al contempo, finita la trascrizione di una pagina, la stessa necessita di un proofreading da parte di un utente con credenziali di livello più alto. Inoltre, la possibilità di un lavoro di gruppo su una pagina sempre aperta è un altro aspetto positivo della piattaforma.

Un altro punto di forza della piattaforma è dato dalla possibilità di inserire caratteri diversi e lettere apicali, nonché la possibilità di segnalare adeguatamente alia manu, sovrascrizioni e/o marginalia, il che permette di restituire una trascrizione diplomatica, autentica e simultaneamente verificabile grazie alla riproduzione della rispettiva carta digitalizzata.