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contentus Author, reparare recusavit.
Annulus Mercurii fixi, alio nomine Argentum vivum, aut Lithargyrium, Mercurius dicitur Philosophorum, qui Hermeticam Scholam sectantur, unicum, quod venerantur Idolum, dum eum tanquam fugitivum servum stringere et fixari inutili labore conantur, demum oleum et operam perdentes, in tenues evanescentem auras nuspiam reperire sciunt. In Musaeo porro hoc, pendet annulus fixi Merurii, Vulcani ferulae cedens ad omnem artificis nutum et normam se flecti ac duci sinit, non solum praestantia artis, verùm etiam medicâ, qua pollet, virtute, pretiosus, utpote, qui praesentaneum remedium, sive antidotum contra venena adhibeatur, eaque detegat.
Potreus Metallorum. Pendet vesica vitrea cava è fontibus vitriolatis Hungariae transmissa, quae adeo corrosiva qualitate pollet, ut exiguo temporis spacio ferri terrea excrementa corradendo ferrum in rubrum cuprum tingat, de quo supra quoque dictum fuit.
Aqua sapientiae. Fecit Author crystrallinum globum hermeticè sigillatum, in quo liquores juxta elementorum ordinem quadruplici colorum varietate distinguuntur, permixtione vero confusi, tam pertinacis naturae sunt, ut immediatè quilibet se in suam sphaeram recipiat, verum quatuor elementorum Symbolum.
Arbor metallorum. Ludit mirificè Ars in rerum Natura, conterit, et ad minima reducit quaevis metalla, quae mira fermentatione foeta, ac vitero vasi inclusa paulatim fermentationis incrementum percipiunt, atque in gratam arborem se hinc inde in vitreo vase dilatantem, et excrescentem degenerat. Talem arborem argenteam hic maxima cum admiratione vident et contemplantur.
Chamaeleon aqueus. Ludit jucunda differentium aquarum praecipitatione Author Musaei; dum in differentes colores, liquores transmutat, eosdem alia mox alterius aquae praecipitatione semper ad pristinum statum reducit, modo tali, ut duobus claris liquoribus mixtis, aureus evadat aquae color, cui, si alias guttulas alterius indas, in atra mentum nigrescat; cui, si alterius speciei indas aquam, iterum se ad pristinam claritatem reducit. Aliis verò aquis claris primò permixtis in candidum lac se mutant, quarum tertia impositâ ambae nigrescunt. Videtur igitur verè chamaeleontum more quasque impressiones assumere, ac iterum dimittere, solaque simplici commixtione varios exhibere ludentis artis in rerum natura jocos; de quibus vide Mundum Subterraneum.
Fulmen et Tonitru Mechanicum. Uti in Causarum et effectuum naturalium indagine ex professo et continuò desudat Kircherus, ita etiam conatur, mechanica imitatione et demonstratione naturae effectus assequi. Quare, quae in Meteoris, oculis nostris scintillantia fulgura ex vaporibus calidis et humidis generantur, aut auribus nostris per horribiles fragores objiciuntur, qualem igne foeta bombarda strepitum natura praestat, talem efficit exiguo instrumento quod Magnatibus advenis exhibere solet.
Pila est vitrea ad instar pisi quoad magnitudinem, quae ad medietatem certo liquore repleta, carbonibusque accensis imposita, osculo hermeticè clauso, fracturâ talem strepitum et fragorem edit, ut praesentes vehementia sonitus, formidine perculsos quasi stupidos et attonitos reddere videatur, atque adeo fulgur, aut tonitrui vel explosae bombardae sonitum cum ingenti fragore exprimat.

Anello di mercurio solido, chiamato con altro nome argento vivo o litargirio; è detto anche Mercurio dei filosofi, che seguono la scuola ermetica, poiché è l’unica divinità che essi venerino, mentre tentano inutilmente di afferrarlo, come un servo in fuga, o di imprigionarlo, con fatica vana, infine perdendo olio ed opera non sanno ritrovarlo in alcun luogo, perché svanisce nell’aria. In questo Museo è appeso un anello di mercurio solido: esso cedendo alla verga di Vulcano, si lascia flettere e indurre ad ogni cenno e volontà dell’artefice, prezioso non solo per la duttilità ma anche per la proprietà medicinale di cui è dotato, giacché viene utilizzato come antidoto e rimedio immediato contro i veleni che tra l’altro esso scopre.
Proteo dei metalli. È appeso un vaso di vetro proveniente da fonti di vetriolo dall’Ungheria, che ha proprietà corrosiva tale, che in breve tempo, sciogliendo le componenti terrose del ferro, lo tinge in rosso rame, in proposito vedi sopra.
Acqua di sapienza. L’Autore ha fatto costruire un globo di cristallo ermeticamente sigillato, in cui si distinguono liquidi di quattro colori diversi, secondo l’ordine degli elementi; se sono mischiati, rivelano una natura così ostinata che ben presto ciascuno torna nella sua sfera, vero simbolo dei quattro elementi.
Pianta di metalli. L’arte gioca mirabilmente con la natura e riduce a minime particelle ogni metallo; queste, rese gravide da una straordinaria fermentazione, e chiuse in un vaso di vetro, a poco a poco percepiscono l’aumento della fermentazione e si riproducono in un bell’albero che si sviluppa da un capo all’altro del vaso di vetro, e cresce. Si vede qui e si contempla un albero simile d’argento.
Camaleonte d’acqua. L’Autore del Museo ama dilettarsi con giochi d’acqua di differenti colori; mentre muta i liquidi in diversi colori, li riconduce poi sempre alla condizione precedente attraverso il fiotto di altra acqua, in modo tale che mescolati due liquidi chiari, ne esca acqua di color d’oro; se ad essa si mescolano gocce di altro genere, nereggia, come inchiostro; se vi si immette acqua di altra specie, si ritorna di nuovo alla primitiva chiarezza. Mescolate prima acque chiare, il liquido si muta in un candido latte, ma introdotta una terza qualità le une e le altre acque diventano nere. Qui sembra davvero che, a mo’ di camaleonte, l’acqua assuma qualunque influenza e poi l’abbandoni, e solo con il semplice mescolare si ottengono vari giochi di un’arte che scherza con la natura; vedi in proposito Mondo sotterraneo.
Fulmine e tuono meccanico. Kircher si applica all’indagine di cause ed effetti naturali con competenza ed assiduità, ma tenta anche di ottenere effetti particolari con l’imitazione meccanica della natura per darne dimostrazione. Perciò con un piccolo strumento, che suole mostrare ai visitatori illustri, provocò un effetto simile a quello che si genera nell’atmosfera: folgori scintillanti che scaturiscono da vapori caldi e secchi nell’aria appaiono ai nostri occhi, o si manifestano ai nostri orecchi con orribili fragori, come quello strepito che la natura produce quando spara il cannone.
È una palla di vetro simile a un pisello (?) quanto a grandezza, che riempita fino a metà di un certo liquido, e posta su carboni accesi, dopo aver chiuso ermeticamente l’apertura, esplode producendo un tale fragore da stordire i presenti, colti da spavento per la violenza del suono, e imita la folgore o il fragore del tuono con grande frastuono come dell’esplodere di una cannonata.