Io ebbi avviso di questo inaspettato avvenimento mentre sedeva cogli altri alla disputa, e ne fui oltremodo lieto: e pure non si prevedeva ancora quell, che poco appresso si vide, cioè che fu un tratto singolarissimo di providenza, perché se tutti gli oratori, che ernao forse un'ottantina e i più dell'opposizione, avessero persistito nel proposito di arringare, lo scoppio della guerra tra la Prussia e la Francia avrebbe senza dubbio fatto sospendere il concilio senza che si venisse a capo della sospirata definizione. Questa fu solennissimamente pronunciata nella pubblica sessione del 18 luglio, cioè il giorno innanzi all'intimazione della guerra: e mentre in S. Pietro si faceva la funzione e si leggeva il decreto, venne un temporale così straordinario e dirotto, che faceva ricordare la promulgazione della legge del Sinai. Ai 2 di agosto fecesi un altro atto grande di teologia dedicato al Sommo Pontefice; e in esso per la prima volta fu difesa, quale dogma di fede, la pontificia infallibilità, enunziata in tesi con le parole medesime del decreto. Il papa era rappresentato dal Card. Antonelli Segretario di Stato, che sedeva a destra del trono, alquanto più basso. Sopra la sedia del Papa era sospeso il ritratto di lui, datoci graziosamente in prestito dal Sig. Rettore del Seminario Francese. Il difendente fu il Sig. Av Guglielmo Avenhold, alunno del Coll. Germanico;
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