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di sottrarsi alla leva; anzi non andò guari, che sarebbe stato al tutto impossibile. Ma passato il trambusto dell'entrata, parve che quello fosse il momento opportuno; e quindi non si pensò più ad altro che ad accelerare. Il P. Provinciale si adoperò in questa spedizione con un'attività meravigliosa, ed ebbe poi la consolazione di vederla in pochi giorni compiuta felicemente. Ecco l'ordine che si tenne. Partivano a drappelletti di sei ο di otto alla volta, tre drappelletti ogni giorno, uno la mattina di buon'ora, l'altro verso mezzodì, il terzo la sera verso due ore di notte, or per Firenze ed or per Ancona, secondo treni e partenze. Il P. Provinciale ed io ogni mattina ci univamo insieme per formare questi picchetti di partenza pel dì seguente, ne quali oltre gli scolastici ed i maestri del collegio romano ο di altri collegi qui radunati entravano ancora i rettorici ed i novizi di S. Andrea [1]. Dipoi il P. Provinciale spesse volte andava al Noviziato per avviare quelli che dovevano partire il dì appresso, e darloro le istruzioni necessarie; ed io qui frattanto me l'intendevo col sarto, affinché allestisse i panni a quelli che erano destinati a partire, che se i destinati non potevano averli a tempo debito, si sostituiva qualche altro in vece loro. I primi partirono la sera del 23. e gli altri ne' giorni seguenti in modo, che dentro la novena degli Angeli Custodi[2] furono tutti in viaggio, e tutti

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