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Ill.mo et R.mo Signore padrone colendissimo.
Per sola benignità di V.S. Ill.ma sono stato arricchito di gratie, e vissi sicuro sotto l'ombra di si alta protezzione. Per tanto ricorro a Principe celeste, chè tale l'ha dimostrato sempre espresso la sublimità del suo intelletto et lo splendore della sua magnificenza, supplicandola che io possa ottenere il commissariato di Citerna nell'Umbria, vicina a Città di Castello a sei miglia, o altro offitio simile, che si sogliono dare alli preti et dottori, acciò possa in qualche modo esercitarmi, mentre posso fatigare secondo il talento che Iddio mi ha dato. Rendo gratie di nuovo à V.S. Ill.ma del proto notariato che, mercè della sua autorità riceverà dall'Ill.mo Sig.r cardinale Orsino. Si che io riconoscerò V.S. Ill.ma,non solo come signore e benefattore a chi molto debba, mà quasi (se è lecito a dirlo) come creatore, havendo professato continuamente di non esser vinto in fede et riverenza dà alcuno; et in tal concetto supplico voglia ella tenermi, prendendo la possessione di me et dal mio libero arbitrio fino che ci sarà spirito. Et con questo le fò riverenza humilmente, augurandole il colmo delle felicità.
Di Montepulciano li 16 maggio 1621.
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma
Servitore fedeliss.o et obligatiss.o
Bartolomeo Maffei.
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Si risponda che io non sto in palazzo per ottenere gratie, ma solo per obedire al Papa in quello che mi commanda, et se io volesse intrigarmi in domandar governi, non otterria niente et non serviria al papa; et io so quello che dico, perche mi sono venuti infiniti à chiedere diverse cose; et se io non havessi serrato la porta à simili domande, saria miserabilissimo et non potria vivere quieto et haveria persa la gratia del papa.