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Molto R.do signore, amatissimo mio come figliolo in Christo, Mi dispiace assai la molestia, che vi è data con volervi constringere à risedere in Castel nuovo, et essere ivi Parocho con tanto gran pericolo; massime che il Vescovo non vi risiede, essendo lui piu obligato di voi secondo il santo evangelio, il quale dice, che bonus pastor dat animam suam pro ovibus suis. Ne voglio dir per questo, che il Vescovo di Castel nuovo sia obligato a risedere in quel la città assolutamente, ma voglio dire, che se alcuno fusse obliga to, saria piu obligato il Vescovo, che un semplice Prete, ordinato ad titulum patrimonii. Io benissimo so, et lo testificarò dove bisognerà, che V.S. non fu ordinata ad titulum parochiae, ma ad titulum patrimonii; et non promesse di esser parrochiano in Castel nuovo, ma mpromesse per mezo mio alla S.tà memoria di Papa Paulo V. di stare in Ragusa, et andare qualche volta alli confini di Castel nuovo à confessare, et communicare alcuni suoi parenti, ò altre persone di Castel nuovo, secondo che havesse potuto senza mettersi à periculo di esser preso da Turchi, et à questo fine hebbe alcune dispense per mezo mio da Papa Paulo quinto di S.ta memoria. Se questo mio testimonio non vi basta, svisatemi, che io ne parlarò con la Santità di N.S. Papa Gregorio decimo quinto, che hora siede nel throno pontificale, et operarò, che non vi sia fatta ingiuria. Pregate Iddio per me, et salutate da parte mia il R.mo Arcivescovo di Ragusa. Di Roma li 17 d'Aprile 1621.
Di V.S. molto R.da
come fratello
il Card.le Bellarmino.
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Al m.to R.do Michel'Angelo Richio, sacerdote, da Castel nuovo, residente in Ragusa.