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Molto Ill.re signor nipote, Ricevo hoggi, 29 di Ottobre, la molto desiderata lettera di V.S. perche io stesso ho visto le spesse citationi contra il Brosciotto, à ciò non ardisca ristampare il mio libro de arte bene moriendi, et insieme venevano lettere del canonico Maffei, che quelle citationi non erano sue. Io non so chi le facesse, se pure non fusse qualche demonio per farci strologare. Ma alla fine il Brogiotti cominciò à quietarsi, et non stimare le citationi, poichè il Maffei, nel cui nome canta il privilegio, testifica che non sono sue, et V.S. sia certa, che il Brigiotti non travedeva ne leggeva una cosa per un'altra, perche le citationi erano brevissime, et non nominavano latino ne vulgare, ma assolutamente prohibivano il ristampare. Ma come ho detto, si è quietato con tenersi appresso la lettera del Maffei, che asseriva non mandare simili citationi.
Quanto alle stanze sue in casa mia, sia certa, che non sono state mai aperte, se non da Agostino per vedere, se vi era bisogno di niente: et non si è mai tocco niente, ne alcuno altro vi è entrato, ne meno alcuno altro vi entrarà, et lei potrà habitarvi, se vorrà.
Io prestai al Canonico Maffei il secondo tomo delle controversie, che ho donato à V.S., perche me lo domandò in presto, et non havevo altro, che quello, perche, come lei sà, il mio secondo tomo, che era in foglio, lo prestai ad un signore grande heretico, et esso non me lo restitui, ma se lo portò in Germania. Ho scritto al canonico Maffei, che è vero lo dia à V.S. ò lo rimandi per il vetturale. Se esso se ne scordasse, se ne ricordi V.S. massime essendo cosa sua, ma à me necessaria, finche non mi vengano tutti li tomi ristampati in Colonia. - Ne essendo questa per altro, gli prego da Dio ogni contento, et il felice ritorno à Roma. Di Roma li 51 di ottobre 1620.
Di V.S. molto Ill.re
Zio aff.mo per servirla
Il Card.le Bellarmino.
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Al molto ill.re signor nipote, il Signor Marcello Cervini
Al Vivo