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Molto Rev.do Padre mio, Ho una lettera di un certo, il quale con molta istanza mi cerca qualche rimedio per i suoi scrupoli. Io non so chi egli sia, nè so per qual via debba mandargli la risposta. Ma perche da lui, che tace il suo nome, mi si dice, che abita in Napoli, ed è penitente di V.R., mi è paruto bene scrivere a lei, che gli faccia sapere da mia parte, che io non so dargli altro rimedio, che credere al suo Padre Spirituale. Questo è il rimedio ordinario, che provò in se stesso, e insegnò anche ad altri il nostro Beato Padre Ignazio. Io ancora l'ho sperimentato giovevole, ed efficace con me medesimo: e dee persuadersi questo buon uomo, che io per esser Cardinale, non posso dargli miglior consiglio di quello, che gli potrà dare V.R.: anzi da lei gli sarà dato molto migliore, anche perche più di me sta attuata nell'esercizio di udir confessioni. Quello, che posso fare, è pregar Dio per lui, e lo farò molto volentieri. Con questa occasione saluto caramente V.R. cogli altri nostri di costì, e massime quelli,che mi conoscono, e da quali ho imparati molti buoni esempi di virtù, com'è tra gli altri, che non nomino, il carissimo Padre Giulio Cesare Recupito[1]. Desidero grandemente, che non si scordino della nostra antica e dolcissima conversazione[2], acciocche per essa si sveglino a pregar Dio per me, che son vicino a dovere render conto della vita malamente menata. Il Signor Iddio sia con V.R., e le accresca ogni giorno la sua santa gracia. Di Roma 28 Settembre 1620.
Di V.R.
Servo in Christo

Roberto Cardinal Bellarmino.

  1. Giulio Cesare Recupito in Dizionario biografico degli italiani.
  2. il conversare, e la gente stessa unita, che conversa insieme nel Signore. Vocabolario degli accademici della Crusca (1612)