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Ill.mo et R.mo Signor mio oss.mo
Con quel sommo dispiacere che si ricchiede alla mia servitù con V.S. Ill.ma hò sentito la perdita che habbiamo fatta del Signor Tomaso suo fratello, che sia in cielo; me ne condoglio però con V.S. Ill.ma com'hò fatto fra me stesso, mà non ardisco di consolarla per non far torto alla prudenza sua, che benissime sa chel S.re Iddio ci concede e toglie i beni di questo mondo per farci egualmente gratie. Conservi S.D. M.tà lungamente V.S. Ill.ma con quella prosperità che le desidero, et humilmente le bacio le mani. Di Frascati li 9 di Settembre 1620.
Di V.S. Ill.ma et R.ma
Humilissimo Servitore
Il Card.le Sforza
S.r Card.le Bellarmini
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Si risponda che il mio fratello era piu vechio di me et passa va li anni ottanta, et cosi non gli restava altro che labor et do lor, come dice il Salmo di Davide, si che io mi sono congratulato con lui che sia uscito della fatiga e dolore, et habbia ritrovato il riposo eterno, come piamente credo, essendo vissuto assai bene, et havendo hauto un gran numero di Messe non solamente nel paese suo, ma anco in Roma, havendo il P. Generale della Compagnia di Giesu comandato à tutti li sacerdoti suoi sudditi che gli dicesse le Messe. Ac cetto nondimeno la condoglienza di V.S. Ill.ma come di padrone amore volissimo di me e di tutta la casa, etc.