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Molto Ill.re Signore Cugino, Ho riconto la sua delli 12 di Aprile, nella quale mi da conto della rinovata amicitia fra il Signor Francesco Maria, et il mio nipote, commendatore della Religione di S.to Mauritio, et Lazaro, del che ho preso molto piacere. Ho visto ancor'io una brutta lettera scritta centra del signor Marcello, ma senza nome dello scrittore, non vi essendo per sottoscritto, se non tre lettere L.A.N. et se io potesse imaginarmi chi l'habbia scritta, ne farei grave dimostratione. Spero, che le cose per l'avenire anderanno bene, et V.S. non si maravigli se io non posso dare al signor Marcello grandi entrate: perche dal Papa pochissimo si può havere, essendo occupato in prevedere le sue creature; et io non ho molto da dare, et ho molti parenti poveri, che hanno necessità, che io li aiuti, come fo; et ho moltissimi, che ogni giorno mi domandano limosina, alli quali non si può mancare. Mi faccia gratia V.S. à non si dar fastidio dell'imputationi che lei dice esserci contra di lei, et centra li suoi: perche contra della persona sua non vi è, ne vi può essere imputatione sua: contra del signor Francesco Maria, et contra del Priore, figliolo di mio fratello, non so che ci sia altro, che un poco di ritiramento per qualche parola mal presa, il che non è maraviglia fra giovani. Contra del signor Marcello non vi è altro, se non volersi intrigare nel governo della corte, il che spero, che lasserà, et ogni cosa starà in pace. Con questo prego da Dio à tutta la casa sua una felicissima pasqua. Di Roma li 18. di aprile 1620.
Di V.S. molto Ill.re
Cugino aff.mo
Il Card.le Bellarmino.
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Al molto ill.re Signor Cugino, il Signor Antonio Cervini.
Montepulciano