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Molto Ill.re Signore cugino, Tengo la sua dalli 17 di Marzo, et gli dico, che io ancora ho sentito con mio molto disgusto, che costi in Montepulciano cominciano disgusti fra la casa di V.S. et la mia: et non so d'onde siano venuti, se non sia la causa la venuta costà del signor Marcello che si sia lamentato della mia corte, perche io prima non ho sentito niente. Quando io mi ricordo la grande strettezza, che era fra la casa sua, et la nostra, senza esservi mai offesa nessuna, resto molto mal contento, che hora cominci à rompersi quell'antica domestichezza. Et se bene io voglio dar la colpa alli miei: nondimeno, se io potessi dire ogni cosa, gli potrei dire alcuna cosa da parte delli suoi. Ma non voglio dare occasione di crescere li mali, desiderando, che vi si mantenga, et cresca la santa charità. [Quanto al trattenersi costi il signor Marcello, à me piace tutto quello, che pare à lei, ne io ho necessità dell'opera del signor Marcello. Quanto poi al mandarlo avanti, io sono tanto occupato nelli miei negotii, che superano le mie forze, et però credo, che starà poco in questo mondo: et poco posso pensare ad altro: ma se il signor Marcello mi suggerisca quello, che posso fare per lui, non mancarà mai di farlo. Et con questo saluto con ogni affetto V.S. con tutti di casa sua. Di Roma li 28 di Marzo 1620.
Di V.S. molto Ill.re
Aff.mo cugino
Il Card. Bellarmino.
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Al molto ill.re signor Cugino, il Signor Antonio Cervini
Montepulciano