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Molto Ill.re Sig.ra Sorella, Alla lettera di V.S. delli set te del presente, rispondo, che io mi trovo in grandissime angustie di denari, et gia piu mesi vivo di denari prestati: et non voglio fare come il nostro Nepote, Vescovo di Theano, che morì lasciando grandissimo debito, del quale io pagai una buona parte, ma pagarlo tutto non mi fu possibile, et così molti piansero la sua morte, non per amor che gli portavano, ma per la disgratia loro. Come io potrò haver denari dalli pensionarii, che mi devono le pensioni, pagarò prima li miei debiti, che passano molte centinaia di scudi: et poi pagarò li 25. che V.S. ha preso dal sig.or Francesco Contucci, da restituirsi qua. et poi vederò quello, che mi restarà per vivere fino à Natale, et se potrò mandare à V.S. qualche altra cosa, lo farò volentieri, se non potrò, bisognarà haver patienza fin'à Natale, massime che V.S. quest'anno ha hauto molto piu delli altri anni, come potrà ben ricordarsi, se vorrà pen sarci. La mia cugnata domanda ancor lei piu di cento scudi per vestire monache la sua figliola Cinthia al Settembre: oltre la dote, et la retta per un'anno, che già gl'hò mandata. Si farà quello, che si potrà, purchè io non faccia debiti, che non possa pagare prima di morire, perche di poi so certo, che non si potrà per le grandi spese, che si fanno nella sepultura, et altri oblighi de' cardinali morienti. V.S. preghi Dio per me, et esserciti la s.ta patienza.
Di Roma li 13 di Luglio 1619.
Di V.S.
fratello aff'mo
Il Card.le Bellarmino.
Alla molto ill.re Sig.ra sorella, la Sig.ra Camilla Bellarmini, ne Burratti
Montepulciano