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rispetto che li suoi monaci hanno portato alla persona mia fin' à sequestrarmi de grani nel foro seculare, et anco al commendatore mio nipote, havendolo trattato peggio che forestiero. Et perchè, se le cose passano come sono passate]
Ma perche, se per l'avenire l'ero seguiti di crescere, l'entrate del priorato semper sempre sminuiranno, et col tempo si annihilaranno, io sono risoluto di supplicare il Duca di Savoia, come gran mastro della religione, et il Papa, come capo della religione, che si rivegga et si accommoda la scrittura che fece il patriarcha Caetano et che io confirmai; in questo punto delle monete, che allora non avertirno, come delle male annate et altri disastri communi, à ciò l'entrate della commenda non vanghino così deteriorandosi e col tempo annihilandosi. Ma se la Pat.tà Vostra vorrà che ci accordiamo, come qua si è cominciato con il padre procuratore generale, et si dia la parte sua al monasterio in cose stabili, non occorrerà far'altro, et staremo in pace, riconoscendo ogn'uno quello che è suo, et cultivandolo come li piace.
Con questo mi raccommando alle sante orationi di Vostra Paternità e di tutto il monasterio.
Di Roma li 18 di gennaro 1619.