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Ill.mo et R.mo Sig.r Card.le Sig.re et padrone mio col.mo Si ritrova l'incluso che ha bisogno della sua gratia; et ut salvetur et non pereat, supplico quanto posso V.S. Ill.ma et Rev.ma ottenergli la gratia del assolutione. Si ritrova qui meschino et infermo et quanto mi ha detto in conscienza, è statto necessitato al delitto; a Roma non può venire per la sua infermità: è riccorso da me come penitentierom; mi muove a compassione; riccorro da V.S. Ill.ma et Rev.ma tanquam verum asylum rerum mearum.
Più volte hò preso la pena per supplicar V.S. Ill.ma et R.ma come quella che è sopra le dichiarationi del concilio di Trento qual authorità habbi il Penitentiero posto nelle cathedrali et a quanto sei estendi per potere io vivere sicuro in conscienza (se bene sin hora non mi sono estenduto solo alla authorità di un confessore ordinario) et possi giovar alle anime; il che essendo cosa santa, aspetto risposta. Con ciò gli faccio riverenza et me gli offero servitore. Il Signore gli concedi ogni suo santo desiderio.
Di Trento gli 19 novembre 1618.
Di V.S. Ill.ma et R.ma humilissimo per servirla
II canonico Stettner.
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Essendo venuto la sera di otto di novembre 1617 a parole con il rev.do don Antonio Brusabarco churato della ttiera di Ruenigo dioseze di Ttreviso, il quale con parole inguriose mi vene in contra con una arma ofensiva qual era forma de un cortelo con animo di volermi privar di vitta, il mio compagno moso dale parole che lui inguriosamente a lui et a me diceva, da la colera sopravinto, li saltto adoso con uno pugnale et io parimente, si che lo privassimo di vitta, ancor che altre volte mi aveva provocato attale efetto e senpre o sercato di rimoverlo da questo suo cattivo animo verso di me come moltti ttestimoni si ttrovano. O pecato: prego
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