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Molto Ill.re Sig.ra Sorella, Ho ricanto la sua delli 17 del presente. Se madonna Giulia Mancini mi ha detta la bugia con scrivermi che V.S. l'ha essortata à domandarmi denari per comperare la Zimarra, un'altra volta non gli crederò. Io credevo che la grandine dell'anno passato havesse guasto le spighe del grano, ma non havesse guasto le terre, onde non sento lamentarsi nessuno che ha seminato, che non habbia raccolto. Et quanto al vino, io già ho pagato l'affitto per questo anno della vigna, che già pagava l'Abbate, et credo che rico il vino, et se mi havesse svisato che manco questo anno ci è vino, io non haverei pagato, come non ho pagato per l'anno passato, perche non ci fu niente da raccorre, come V.S. mi avisò.
Similmente la grandine dell'altro anno tolse via le olive, ma non li olivati, che pure questo anno haveranno fatto dell'olive. Onde non io intendo quello che V.S. dice di non havere per questo anno ne grano, ne vino, ne olio. Ma almanco mi havesse scritto, quanti denari vi bisognano per supplire, perche io non lo posso indovinare, ne posso credere che habbiate consumati li denari che mandai al Giugno passato, senza provedervi di qualche cosa. Si che svisate in particolare la quantità di denari che vi manca, che procurerò aiutare secondo che mi sarà possibile.
Quanto all'affitto, io ho parlato con il Sig.or Pietro Marcellino, et à lui par difficile che V.S. ci possa attendere, non havendo huomini in casa se non uno, che si puo dire mezo huomo, per l'età et l'infermità. Iddio guidi questo negotio, à ciò non ve ne pentiate. Harei caro, che vi consigliaste con il Sig.or Gasparre Bellarmini. Di Roma li 23 di Settembre 1617.
Di V.S. fratello aff.mo
il Card.le Bellarmino.
Alla molto ill.re Sig.ra Sorella, la Sig.ra Camilla Bellarmini.
Montepulciano