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Molto Illustre Cugino. Ho lettere del Sig.or Alessandro, ma remittino à quelle del Sig.or Ugo Ubaldini. In quelle del Sig.or Ugo si propongano tre partiti, de quali nessuno mi pare che sia per scriverlo à V. S. però mi attaco al quarto, che è che si aspetti la venuta costà dell'Abbate, mio nipote, perche con il parlare in voce ad una parte et all'altra, et sentire l'oppositioni, si potrà forse fare l'accordo, et questo modo io non lo proporrei, se esso Sig.or Alessandro non l'havesse proposto al Sig.or Ugo, perche so che quando era qua, non confidava nell'Abbate. Hora io lasciarò fare à loro, et pregarò Dio che ci metta la sua mano.
Ma io voglio pure accennare à V. S. li tre modi proposti dal Sig.or Alessandro, non per essortarla ad accettarli, ma perche li sappia speculative, non prattice; et à ciò non resti con desiderio di saperli. Il primo è che V. S. gli paghi la metà del debito, ciò è cinquenta scudi, et cosi si faccia la quitanza generale. Il 20 che V. S. si ripigli tutta l'heredita di Monsig.or Herennio con tutti li debiti, che esso Sig.or Alessandro restituirà li frutti percetti et pagarà la legittima. Il 30 che si elegga uno che pigli in mano tutte le scritture di ambedue le parti, et giudichi per modum voti vel concilii quello che si habbia da fare.
Ho scritto questo, à cio V. S. non sia sospesa, ma mi farà piacere non dire che io gl'habbia proposti questi modi, gia che non si hanno da accettare, et io ho scritto al Sig.or Alessandro che non volevo proporre nessuno di questi modi à V. S. Con questo fine saluto V. S. con tutta la sua casa, et intorno à questo accordo non penso scrivergli piu altro. Di Roma li 23 di Agosto 1614.
Di V. S. molto Ill.re
Cugino aff.mo per servirla
Il Card. Bellarmino.
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Al m.to Ill.re Sig.or Cugino, il Sig.or Antonio Cervini.