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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Gia V.S. haverà riceuto li droppi, che domandava im una sua lettera scritta al sigor Marcello, la quale io aprii, come il sudetto sig.or Marcello mi disse che io facesse. Se bene V.S. mi haveva scritto, che lo sposo della sig.ra Agnese, era nipote del Vescovo di Grosseto[1], nondimeno presto mi accorsi dell'errore di penna, ò di memoria, perche il Vescovo di Massa[2], et non quello di Grosseto subito mi scrisse dandomi conto di questo parentado, ringratiando, et lodando, et rallegrandosi, etc; et io gia glì'ho risposto come conveniva, massime che questo Prelato mi è amicissimo da longo tempo, et è tale, che io porto invidia alla sua molta bontà.
Alla Sig.ra Agnese prego da Dio ogni sorte di benedittione, et non mancarò raccomandarla con le mie fredde orationi alli S.ti Apostoli Pietro, et Paulo, nella festa de quali si celebra questo matrimonio.
Il Sig.or Alessandro non cessa di stimularla con lettere scritte à me, et ad altri, che io voglia finire questa lite, et accordarlo con V.S. Ma io gli rispondo, che non havendo potuto metterlo d'accordo in cinque mesi, essendo qua presente esso, et il sig.or Marcello, et havendo piu volte udito l'un'et l'altro: molto meno posso farlo hora in assenza. Ma ho scritto à lui, et hora scrivo à V.S. che non mi potranno fare maggior piacere, che accordarsi fra di loro. Et potria V.S. proporre al sig.or Alessandro, uno ò piu partiti, et scegliere i piu facili ad esser'accettati: et domandare à lui che proponga esso ancora alcuni partiti, e cosi pian piano venire all'accordo: essendo securi, che molto meglio è perdere alcuna cosa del suo per amor della pace et concordia et reputatione del monfo, che non è guadagnar'alcuna cosa con restar'inimici, et scandalizar'i prossimi. Se bene è piu verisimile, che litigando, tutti perderanno assai, et por alla fine si pentirano senza utilità di non si esser accordati al principio. La partita del sig.or Alessandro di casa mia con quella furia, et parole poco considerate mi dispiacque per conto suo, ma del resto poco affanno mi diede, perche so, che non gli diedi occasione. Con questo mi raccomando à V.S. et gli prego da Dio ogni contentezza. Di Roma li 28...

  1. Francesco Piccolomini, vescovo di Grosseto tra 1611-1622.
  2. Fabio Piccolomini, vescovo di Massa e Populonia tra 1615-1629.