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Ill.ri et molto R.di Signori, Ho visto quanto mi domandano le Signorie vostre con la sua delli 22 di settembre, et si come io sono stato sempre pronto à giovargli, cosi sono ancora in questo particulare delle constitutioni; et perche vogliano che il negotio sia secrete, però scrivo di mia mano, ne ho mostrata questa ad alcuno. Ma mi par necessario prima di cominciar quest'operandi ridurgli à memoria che quando il Card.di S.ta Croce, che fu poi Papa, fece le constitutioni, non solo hebbe il Breve del Papa, ma ancora il consenso, anzi un compromesso nella persona sua del Signor Arciprete,che era allora capo della Chiesa di Montepulciano, et di altri che pretendevano haverci da fare. Et per questo pare à me, che per fare cosa stabile, bisognarla che oltre della licenza del Papa, quale io procurare, vi fusse il compromesso nella persona mia del R.mo Vescovo, et del venerabile capitolo, i quali accettassero per buono quanto io mutasse, aggiognesse ò levasse dalle constitutioni di Papa Marcello. Et per far questo con piu sodisfattione, bisognarla che cosi il Vescovo, ò vero il Sig.or Ugo, come il capitolo mi mandasseto ò parte quello che desiderarebbono si mutasse ò aggiognesse ò levasse nelle suddette constitutioni, che allora io potrei, considerande il tutto, accommodare le constitutioni in modo che stessero bene. Se questo gli piace, ne diano conto al Sig.or Ugo, à ciò procuri il consenso del Vescovo, et le Signorie vostre ancora mandino il consenso loro authentico, che io parlarò poi al Papa, et con la gratia di Dio andaremo avanti, et si cio non gli piace, svisino quello che gl'occorre. Et con questo fine gli prego da Dio ogni contento. Et se bene questa lettera sarà sigillata et soprascritta dal secretario mio, nondimeno sarà serrata prima di me, à ciò ne anco il secretarlo sappia quello che contiene. Di Roma li 27 di settembre 1613.
Delle Sig.rie VV. Ill.ri et molto R.de
Come fratello
Il Card.le Bellarmino