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Molto Ill.re Sig.or cugino.
Ho vista l'informatione, et la conservo appresso di me. Ho scritto una lettera commune al Sig.or Alessandro, et sua madre et fratello, esortandoli a finire tutta la differenza circa la robba nel modo, che V.S. ha proposto, dimostrando che è ragionevole in se et utile per loro, et se questo non piace, trovino qualche altro modo di finire, et quietare ogni cosa, prima che il sig.or Alessandro venga a Roma, et non manchino di darmi questa sodisfattione; et il medesimo ho scritto al sig.or Thomasso, à ciò si adoperi per l'istesso fine.
Del restare qua il sig.or Marcello, si farà quanto V.S. vole, et io sarò senza colpa, se il figliolo si ammala, come ne dubito, per esser questo anno stravagante piu del solito, perche hora del continuo piove, et si aspetta venendo il caldo doppo tanta humidità gran numero di malattie gravi. La lettera, che V.S. dice haver scritta per l'ordinario passa to, qua non è comparsa. Ne essendo questa per altro, prego da Dio a V.S. et a tutta la sua casa ogni contento. Di Roma li 30 di Giugno 1612.
Di V.S.M.to Ill.re
Cugino aff.mo per servirla
Il card. Bellarmino.
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Al m.to ill.re Sig.re cugino, il Sig.or Antonio Cervini.
Al Vivo.