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arcidiacono havendo la più pingue prebenda, vuol ritenere insieme con quella un canonicato et prebenda centra l'intentione del sacro concilio, et il canone espresso nel capitolo Litteras de concess. praeb., essendo la consuetudine che s'allega più tosto una corruttela, come asserisce la glosa nel detto capitolo. Et perchè è già molto tempo che pende questo negotio nella sacra congregatione del concilio et questa lite partorisce dispendii et odii nel detto capitolo et diminutione del culto divino nella chiesa, la supplico con ogni maggior riverenza, per l'honor di Dio et quiete del capitelo, mi facci gratia sia terminata più presto che si può questa controversia. Che Bicorne, per essere V.S. Ill.ma mio antico padrone e protettore, non posso non esserle molesto in simili occorrenze della mia chiesa, così cumularò questo appresso gli altri molti oblighi che le tengo. Et humilissimamente le bacio le mani, pregando il Signore per ogni maggiore prosperità et felice conservatione di V.S. Ill.ma.
Di Cavaglione li 27 di giugno 1612.
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma
Humiliss.mo et oblig.mo servitore
Ott.o vescovo di Cavagliene.
S.r Card.l Bellarmino.
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All'Ill.mo et R.mo S.re padrone mio col.mo Il Sig.r Card.l Bellarmino.
Roma.
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Draft autograph response by Bellarmine (on fol. 191v):
Si Risponda che il Papa, vivae vocis oraculo, mi ha detto che da licenza à sua Signoria R.ma di poter dispensar con dieci persone del suo choro che possino celebrare co'l berrettino in testa, eccetto che al tempo del canone, pur che ci sia causa ragionevole.
Quanto al resto aiutarò il negotio, quanto potrò.