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Molto ill.re sig.re cugino,
Io non posso credere, che mio fratello si sia mostrato contra rio a V.S. in materia della lite con i nepoti, perche habbia à ma le, che io procuri tirare avanti il sig.or Marcello, perchè quando gli scrissi di voler tirare in casa il suddetto sig.or Marcello, mi lodò assai dicendo che facevo benissimo a far quel bene, che havesse potuto à contesta casa et quando fui alla Madonna degl'Angeli gli dissi, che il sig.or Alessandro con più lettere scrittemi mostrava desiderio di venire ancora esso a Roma, et mio fratello mostrò che farei bene a tenere in casa ancora esso sig.or Alessandro, et procurargli qualche cosa, per più mostrarmi amorevole di casa Cervini, si che io credo, che mio fratello, come legista, habbia opinione,che il credito di V.S. non sia così liquido, come quello de suoi nipoti, et che saria stato bene sentirne il parere di persone non interessate, come sono i dottori di Roma: non per tornare a litigare, ma per esser più chiaro della verità, et poi pigliare quell'espediente, che paresse migliore.
A' me molto saria piaciuto quell'accordo, che V.S. ha proposto alli suoi nipoti; cioè che si sopissero tutte le differenze con rimettere li debiti una parte all'altra: perchè se bene forse il credito di V.S. è piu grande, et così sì contrapesa una cosa con l'altra, et fra li parenti non si dee guardare così a minuto, importando più la pace, et concordia, ohe un poco di robba. Se V.S. crede, che io possa giovare a questo con scrivere alla sig.ra Laudonia, et à suoi figlioli, me l'avisi, che lo farò subito, ma si crede, che non siano per muoversi per lettere mie, pensi in che altro modo io possa giovargli, che mi adopererò volentieri. Ancora siamo dubii, se il sig Marcello debbia venir costà, a fermarsi a Roma, perchè V.S. non ha mai risposto niente intorno alla domanda di esso sig.or Marcello: et io non ardisco ritenerlo senza la voluntà
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