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Sereniss.a Sig.a et padrona mia oss.a
L'apportatore di questa sarà Gasparre Bellarminini, mio parente, il quale viene a V.A. Ser.ma come a padrone giustiss.a , et piisima per rimedio alla ruina della casa sua. Mi è parso accompagnarlo con queste quattro righe, a ciò V.A.S. ma più facilmente gli creda, essendo che io sono informato non solo della calamità di quella povera casa, per il mal governo del padre, ma anco posso testificare, che il suddetto Gasparre, che è il maggiore de fratelli suoi, è degno di fede. La supplico dunque con ogni instanza, che si degni dare presto, et efficace rimedio alla miseria di quella casa, a ciò non finisca di ruinare. Et con questo baciando humilissimamente la mano a V.A.S. ma, gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma, il di 2 di Giugno 1612.
Di V.A. Ser.ma
humiliss.o et devotiss.o servitore
il Card.le Bellarmino.