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Molto Ill.re Sig.or cugino. Ho caro, che la rappresentatione. et 40 hore nella chiesa de padri del Giesu siano riuscite a sodisfazione del populo. Che alcuni habbino censurato la rappresentatio ne, non è maraviglia costì, dove suono l'ingegni, et cervelli più che altrove sottili et critici, ma qua in Roma fu recitata l'istessa attiene nella chiesa del Giesu pienissima di gente, et non si sentì nessuno che la censurasse. Il Sig.or Marcello si porta benissimo, ne ho cosa, di che accusarlo a V.S. et spero che persevererà. Quanto al metterlo in habito di prete, havevo qualche difficultà, come anco ho detto a lui, per essere la casa Cervina tanto povera di gente, che bisogna provedere alla successione,et propagatione. Mi pare ridotta a quattro sole persone, ciò è i due figli di V.S. et i due loro cugini, de quali nessuno ha moglie. Per questo mi saria paruto bene, che prima di mettere il Sig.or Marcello in habito di prete, si desse moglie al Sig.or Francesco Maria, et si vedesse se ci è fecondità, a ciò non bisognasse poi levar l'habito al Sig.or Marcello, et ritornarlo allo stato coniugale: come si è fatto in Roma con alcuni simili, à quali la mutatione non è riuscita bene.
Ci è anco difficultà, perchè V.S. mi disse,quando fu quà, che non gli pareva bene,che il Sig.or Marcello si vestisse da prete, se prima non bevesse qualche benefitio, o pensione: la qual cosa è molto incerta,massime in questo tempo. Tuttavia se V.S. vuole,che si metta in habito, l'avisi risolutamente, che si essequirà subito, et io gli darò la prima tonsura con la dimissoria del Sig.or Ugo, et con licenza del Sig.or Card. Millino, vicario di N.ro Sig.ore et Dio sia sempre in sua custodia, di Roma li 17 di Marzo 1612.
Di V.S. M.to Ill.re
Cugino aff.mo
Il Card. Bellarmino.
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S.r Antonio Cervini.