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Ill.mo et Rev.mo Signore padrone colendissimo
Mentre son stato in Fiorenza per difendermi dall'ingiusta sentenza et publicatione di scommunica fulminata contro di me et di mio fratello dal Sig.r abbate della Ciaia all'hora vicario in questa cura episcopale, ho inteso da detto mio fratello, essendo tor nato in Montepulciano, di ciò dato conto a V.S. Ill.ma et essendo gli stato resposto haver'havuta informatione contraria a quella da lui mandatagli, et acciò conosca gli fu scritto l'istessa verità, mi son resoluto, ancorchè non s'ingerisca più in questi affari, mandargli copia della sentenza di mons.gr Nuntio, dove il tutto è stato revocato et annullato. Et se i libri del vicario havessero detto come quelli di Fiorenza, poichè cosi mi disse avanti incorrisse in questa leggerezza, overò lui l'havesse ben visti et ben considerati, non haveria fatto quest'errore, poichè mi vien'detto che il concilio di Trento ordina con quanta circostanze si deve procedere in tal casi, et che nel cap.o primo de Excomm.in Sexto vi si trova le pene di tali ingiusti giudici, che come tale haveria potuto far dichiarare detto vicario, se non fusse stata la reve renza et rispetto di V.S. Ill.ma, alla quale per fine bacio le sacratissime vesti.
Di Montepulciano a di 8 di gennaro 1612.
Di V.S.Ill.ma et Rev.ma Humilissimo et devot.mo servitore
Andreia Bucelli.
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All'Ill.mo et Rev.mo Sig.re padrone colend.mo Mons.r Cardinale Bellarmino, Roma.