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Molto Ill.re Sig.or cugino.
Non sapevo, che V.S. fusse così buon cacciatore; ma ben sapevo, che non vole lassarsi vincere di cortesia. Delle dieci starne, ne mandarò due al sig.or Marcello, et l'altre serviranno per un banchetto che ho da fare a tre vescovi, et due loro parenti, nella consecreazione di un vescovo, perchè questa è l'usanza di Roma, che il cardinale, che consacra, fa il banchetto al consecrato, et alli assistenti. Io sono andato pensando, di tirare il sig.or Marcello in casa, per haver più cura della sanità dell'animo, et del corpo, ma lassarò passare il Gennaro, già che è pagata la dozzina per tutto questo mese così non occorrerà, che V.S. mandi più denari, eccetto che per vestirlo. Credo, che mio fratello manderà qua presto il suo primo figliolo per provare quest'aria: et io l'haverò caro, a ciò tenga compagnia al sig.or Marcello, et procurerò qualche buon sacerdote, che sempre li accompagni. Ma V.S. scriva al Sig.or Marcello, che il nostro patto ha da essere, che lui, come anco Ruberto, non hanno da tener denari in mano loro, ma in mano di chi ordinerò io, et non si ha da spendere senza licenza mia, o di chi haverà autorità da me. Se per sorte il sig.or Alessandro Cervini si dolesse che io non ho mai tenuto ne lui,ne il fratello in casa; V.S. gli potrà dire, che quando loro erano principiati nello studio, io ero poverissimo, et poco doppo andai a Capua, si che l'età loro non venne a tempo, ma che io vo pensando ancora, in che modo possa dargli qualche aiuto. V.S. non pensi che le starne mi habbino persuaso questa resolutione, perchè prima, ciò è al Natale mi risolsi. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma li 2 di Gennaro 1612.
Di V.S. m.to Ill.re
Cugino aff.mo
Il Card. Bellarmino.
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Al m.to ill.re sig.r cugino, il Sig.or Antonio Cervini.
Montepulciano.