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Ill.mo et R.mo Sig.or mio oss.o
Rimando a V.S. Ill.ma le lettioni et orationi per l'offitio di S.Carlo, a ciò, piacendogli, possa domani darne conto a N.S.
Tutte mi paiono buone, ma secondo il mio poco giuditio le migliori sono quelle alle quali non è sottoscritto il nome dell'autore, perchè sono più ordinate, più piene con brevità et con stilo più puro et senza affettatione. Alla margine ho notato tre cose. Prima ho aggiunto, gregem, perchè dubito che si manchi avanti al verbo, pascens. Secondo ho mutato la parola, animae, con la parola vitae, per fuggire l'equivocatione, et perchè se bene la Scrittura santa usa la parola, anima, per significar la vita corporale, tutta via communemente per anima s'intende la parte dell'huomo distinta dal corpo. Terzo ho messo, XLVII, perchè nel testo ci manca una lettera, essendo certo che il santo non visse cinquanta sette anni, ma quaranta sette.
Quanto all'orationi, se bene la più bella mi pare questa che è aggionta a queste lettioni, tutta via nessuna arriva alla maestà di quella commune che habbiamo detto fin'hora.
Il tutto rimetto al miglior giuditio d'ogni altro, et massime di V.S. Ill.ma et R.ma alla quale con ogni riverenza bacio le mani.
Di casa li 30 d'Agosto 1611.
Di V.S. Ill.ma et R.ma
humiliss.o servitore
R.Card.Bellarmino.
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All'Ill.mo et R.mo Sig.or mio oss.o il Sig.r Card.le Millino.