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Ser.ma Sig.ra mia oss.ma
Piu tosto per non mancare al debito mio con V.A. S.ma che per pensier'ch'io habbia di potere esprimere il contento ch'io sento della gratia del figlio maschio che Dio N.S. ha concesso al Ser.mo Gran Duca mio Sig.re vengo con questa a fargli riverenza, et a certificarla solo che nell'allegrezza ch'io sento, vedendo asse curato la successione et prosperità delli stati, non cedo a qual si voglia altro servitore che habbia V.A. S.ma Dio N.S. che ha concesso la gratia gli la conservi, et accreschi ancora con quanto d desidera V.A. S.ma alla quale augurando felicità mi racc.do in gratia. Di Roma il di 17 di Luglio 1610.
Di V.A. S.ma
Devotiss.o et humiliss.o servitore
il Card. Bellarmino.
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Ser.ma Madama Gran Duchessa di Toscana.