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Molto ill.re Sig.r fratello. Ho risento la lista de figlioli e non mi da fastidio altri che Maria, la quale s'accosta agli anni nubili e per quanto intendo, ne V.S. ne la Signora ha pensiero di monacarla, e forse manco lei ne ha voglia; ma se si fosse lasciata nel monastero, si sarebbe inclinata a servir a Dio, V.S. stia forte a non gli dar parola di maritarla fin che non abbia diciotto anni, che è l'età giusta secondo Aristotele.
Mando l'incluso memoriale dato dalle monache di S.ta Chiara al Papa e rimesso a me con il rescritto che non ordina niente, ma di tutto si rimette a me, come anche mi ha detto in voce. Il memoriale è immodesto e pieno di falsità. Se pare a V.S. mostrarlo alle monache o farglielo mostrare e fargli la debita correzione, o di non far niente, mi rimetto alla sua prudenza. Io gli scrivo una lettera alquanto risentita, ma con la debita gravità, poichè non mi conviene gridare con le monache, il che potrebbe fare un'altro con più decenza.
Ho fatto parlare al Sig.r Ugo, il quale si come stimò grave aggiungere venti piastre alle duecento, così stima ora molto più grave aggiungere tanti mobili, massime che hanno fatto spese grandi nel vescovado e cavatone poco, per essere sminuito il prezzo de grani. Andiamo dubitando che forse questo sia un pretesto per avere occasione di partirsi e seguitare la fortuna dell'arcivescovo di Pisa. Quando questo sia,avremo caro ogni suo bene, e noi ci provvederemo di altri. V.S. intenderà la mente sua e ce lo farà sapere, o gli dirà che esso scriva la sua intenzione. Con questo saluto tutti. Di Roma, li 29 d'agosto 1609.

FRATELLO AFF.MO DI V.S.
il Card. Bellarmino.