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Molto Illustre Signor Cugino. Se quaranta anni di religione non mi avessero insegnato a moderare le passioni, e stimare le cose umane quanto vagliano, e non più, sarei per certo un mal prelato, massime essendo i prelati obbligati a maggiore perfezione, che i religiosi. Sappia V.S., che quando passano da questa vita persone attinenti a me per parentela, o altro vincolo, se io posso sperare con qualche fondamento che vadino a luogo di salute, non posso contristarmene, ancorchè volessi; e così della morte dei figlioli di mio fratello, e della mia nipote suor Maria, e ora di mia sorella Suor Marcella non ne ho preso dolore alcuno, ma piuttosto allegrezza e invidia, considerando che queste anime hanno posto in sicuro la sua eterna salute, tuttavia ringrazio V.S. della condoglianza, che ho voluto fare con esso me, perchè so che procede da vero amore che lei mi porta, corrispondendo in questo all'affezione, che io porto a lei. Aspetterò di sapere da lei che cosa io abbia da rispondere. E con questo la saluto caramente, insieme con la Sig.ra consorte, e tutta sua casa. Di Roma li 7 di maggio 1609. Di V.S. molto Illustre Cugino aff.mo per servirla
Il Cardinale Bellarmino.
Al molto Illustre Signor Cugino II Signor Antonio Cervini
Montepulciano.