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Molto ill.re Sig.r fratello. Io mi tenevo quasi certo che V.S. non avesse così gran debito con i Vignanesi, perchè un'altra volta, quando io pagai i suoi debiti, mi scrisse che il debito con i Vignanesi era contrappesato. Ora io non posso per quest'anno attenderci, perchè mi sono impiegato a far la volta della chiesa del mio titolo, che è S.ta Maria in Via dei padri Serviti, e non posso fare più cose insieme. L'anno seguente, se saremo vivi, procurerò di soddisfarlo del tutto o di parte.
Parlai lunedì al Papa per suor Celia Mattioli, e se bene usai ogni arte di persuadere, non feci niente, perchè S.S.tà volse pure mandare il memoriale alla congregazione, se bene io gli dissi che era indarno, perchè la congregazione sta durissima nella negativa.
Giovedì poi gli messi in considerazione che sarebbe bene che mi desse licenza di stare in Montepulciano la prossima estate, per aver cura di cotesta chiesa e fare la visita e altre cose necessarie, essendo già sei anni che non ha vescovo residente; ma la S.tà Sua subito mi escluse, dicendo che avevano bisogno qua della persona mia.
Ms. Ricciardo Benci mi scrive di alcune cose, ma non tocca il negozio dei cinquanta scudi; forse non li vuole, parendogli pochi. Se così è, non gli daremo niente. Iddio sia con V.S. e con tutta la sua casa. Di Roma, li 4 d'aprile 1609.
fratello aff.mo di V.S.
il Card. Bellarmino.
Al m.o ill.re Sig.r fratello il Sig.r Thomaso Bellarmino.
Montepulciano.