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che mi gusta e mi aiuta in spirito questa fatica, e già che sono arrivato alli cento e tanti, non vorrei lasciare l'opera imperfetta, e mi sopraggiungesse la morte, quale non può essere molto lontana. Spero quest'anno finirli, e cominciare a stamparli, e se arrivo a stamparli, V.R. non sarà dell'ultimi ad averne, se bene lei ha cibi molto migliori da nutrire lo spirito suo. Con questo mi raccommando da vero alle sue sante orazioni, e molto confido, tra gl'altri amici nell'aiuto suo, per arrivare al porto di salute con tutte le mie imperfezioni.
Di Roma li 8 di Gen.io 1609. Mi scordavo pregarla che ricordasse al Sor patriarca di Costantinopoli a dare ordine ai suoi ministri in Candia di pagare i 200 scudi di moneta al vescovo di Tino, visitatore apostolico, il quale pensava trovare in Candia l'ordine, e non avendolo trovato, è bisognato che abbia dato pregiaria di restituirli, quando al Patriarca non piaccia di pagarli. Il buon vescovo è stato in pericolo di esser preso da tre fuste di Turchi, e va per fare un gran frutto in quelle anime, le quali sono bisognose molto più d'aiuto spirituale, che mons.or Patriarca non sa e forse non patrebbe immaginarsi, ma noi lo sappiamo da persone da bene, e che non vi hanno interesse veruno; scrivo ancora io al Patriarca, ma le parole di V.R. aiuteranno assai.
Di V.R.
Servo in X.o
R.C.B.