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dovendo partire Camilla da quella casa, bisognerà pensare dove si possa mettere. E già che V.S. ha una casa così grande, non sarebbe forse male accomodarla di due o tre stanze. Con questa occasione voglio dirgli che, se Angelo torna qua senza aver venduto il podere e accomodato i creditori, io mi risolverò di pigliare quel podere in nome di V.S. o di madonna Camilla, e pagherò i suoi debiti. Però avrò caro sapere qual partito vi piaccia più, o che io dia il podere a madonna Camilla in vita sua, e poi ricaschi alla casa, o vero lo compri in nome di V.S., ma con obbligo ohe lei provveda di grano la stessa madonna Camilla fin che vive; e quando gli piacesse tirarsi in casa lei col suo marito, credo sarebbe cosa di edificazione, e servirebbe ms. Bartoletto a V.S. per un fattore, e mad.a Camilla servirebbe per accompagnare la vostra moglie e per aiutare il governo dei putti e putte, e io non mancherei dargli, come ora faccio, quel che bisognasse di più per vestirli e altri bisogni loro; che pure ora mando venti scudi per vestire ms. Bartoletto, che intendo trovarsi molto mal vestito. Con questo saluto tutti di casa. Di Roma li 11 d'ottobre 1608.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Al molto ill.re Sig.r fratello, il Sig.r Thommasso Bellarmini.
Montepulciano.

F.B.1. lett.orig.