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M.to R. P.re mio
Prima di parlare al Papa di quanto V.R. domanda per la sua cappella, bisogna che io sappia se li cento anni d'indulgenza V.R. li vuole per i vivi, o per i morti; e di più è necessario che lei sappia che nella congregazione sopra le indulgenze non si passano mai le indulgenze che alcuni domandano per cento, o più anni, ma si riducano a cento giorni, perchè l'indulgenze di cento anni e anche maggiori sono invenzioni nuove e si possono numerare fra gli abusi, i quali il concilio di Trento comanda che si emendino, iuxta antiquam et probatam ecclesiae consuetudinem, sess. 25 cap.ult. e la consuetudine antica era di dare piccolissime indulgenze. Onde Innocenzo III nel capo Cum ex eo de poenit. et remiss. dice che il Pontefice Romano non usava di passare un'anno d'indulgenza, o quaranta giorni. E riprende le indulgenze soverchie e indiscrete, e questo capitalo è del concilio generale Lateranense. E santo Tommaso riferisce che l'usanza della chiesa Romana era al tempo suo di concedere tre anni d'indulgenza a chi veniva ad limina Apostolorum de ultra mare, un'anno a chi veniva de ultra montes, quaranta giorni a chi veniva da citra montes. Una delle cause perchè si devono dare piccola indulgenze, è perchè si ricerca gran causa per dare indulgenze, poichè le indulgenze snervano la disciplina ecclesiastica e quando si danno grandi indulgenze per piccola causa è probabile che non vaglino. E V.R. vede quanto sia sproporzionato udire, o dire una messa, e esser libero della pena gravissima imposta da Dio per cent'anni. Quanto poi all'altare privilegiato, V.R. ha da sapere che il Papa commesse già a me, e due altri cardinali che studiassimo, e gli dicessimo dove si fondassero gli altari privilegiati. La nostra risposta fu, che l'altari privilegiati non avevano fondamento solido ne esempio antico, e forse non furono in uso prima di Gregorio XIII che ne riempi il mondo; e pero Sisto V. volse levarli tutti, ma non lo fece per non scandalizzare le genti. Per
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