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Molto Ill.re Sig.re. Le cose di V.S. presso di me non hanno bi sogno di giustificazione, perchè ha già gran tempo, ch'io conosco l'integrità dell'animo suo; le rimando le lettere dei padri suoi Calmadolensi, ne mi erano necessarie. In questo particolare per ora credo che sia bene lasciare, che il padre amico di V.S. obbedisca ai suoi superiori, che ne avrà merito. V.S. si vaglia di me sempre, che le vivo affezionatissimo, e così me gli offro pregandogli con questo ogni vero bene. Di Roma il di 9 d'agosto 1608.
Di V.S. molto Ill.re
Se le cose avessero rimedio, mi adoperarci per soddisfarla meglio, ma le determinazioni dei frati non si possano mutare, se non in altro governo. Ho invidia ai freschi del Vivo, perchè qua vi è un caldo insopportabile.
Cugino aff.mo per servirla sempre.
Il Card.le Bellarmino.
S.r Antonio Cervini al Vivo.